A volte capita: un articolo di sfogo a 4 mani, stavolta ho il piacere di sfogarmi, seppur a distanza, con i Guerrilla Spam (diciamo che in effetti le mani sono un po’ di più).
Oggetto dello sfogo, o meglio, della critica costruttiva sono le attività di “decoro urbano” degli Angeli del Bello, che, come recita il loro sito, è una Fondazione di Partecipazione che nasce nel 2010 per promuovere e coordinare progetti e azioni di volontariato volti a migliorare il decoro e la bellezza di Firenze. Di fatto si tratta di un gruppo di cittadini volontari che si occupano del decoro urbano nel centro storico. Puliscono parchi, strade, spazzano le vie, e tra le altre cose cancellano e rimuovono scritte, graffiti, tag, poster e quant’altro di illegale si trovi su palazzi storici e non nella città. Oggi gli “angeli del bello” puliscono in modo più ragionevole i muri rispetto a come facevano anni fa quando si sono istituiti, dipingendo toppe di colori differenti su intonaci di altri colori, producendo un effetto che probabilmente non era certo meglio della situazione del muro con le scritte. Oggi, ci dicono, non fanno più queste cose, tuttavia coprono sempre i graffiti.
È da circa un anno che seguo la questione, sia attraverso le segnalazione pubbliche di artisti quali Guerrilla Spam ed Exit Enter, sia di persona. Qualche mese fa durante un giro a caccia di street art per le vie e soprattutto per i vicoli di Firenze con gli amici Exit Enter e JamesBoy ho osservato incredula le loro censure e ho scattato tantissime foto per un articolo. Ahimè durante il viaggio ho perso la macchina fotografica e l’articolo non è mai uscito.
Ringrazio quindi i Guerrilla Spam per avermi dato l’occasione per affrontare un tema che mi sta davvero a cuore. Quello dell’ignoranza, che cerco di combattere da un anno, anche attraverso i miei articoli. Ignoranza verso la street art, ignoranza verso le sue origini, ignoranza che porta e ha portato a conseguenze drammatiche in Italia: mi riferisco non solo alle azioni degli Angeli del Bello ma a quelle di altri gruppi di volontari che hanno cancellato murales storici, forse ricorderete il caso di Pao a Milano, e in generale interventi artistici discreti che non andavano a disturbare l’ambiente, ma che anzi lo abbellivano.
Molti artisti in questi ultimi mesi mi hanno confermato quello che già temevo: che instaurare un dialogo con queste associazioni è difficile.
Ho deciso quindi di pubblicare questo articolo per smuovere le acque e cercare anche io un dialogo con loro.
Perché non pensare a una formazione artistica, a degli incontri, se necessario anche con gli artisti presenti?
L’occasione per affrontare ora questo argomento viene da una serie di poster dei Guerrilla Spam, attaccati a Firenze: obiettivo, appunto, informare i cittadini, smuovere le acque, far emergere delle riflessioni.
Basta scorrere la pagina Facebook degli SPAM per leggere frasi sparse quali “Il segno è “aggiunta” la toppa è “negazione” o la seguente proposta costruttiva: “SIATE DEMONI. Invece di coprire legalmente i graffiti illegali, coprite illegalmente le pubblicità legali”. I loro sono interrogativi aperti, in cerca di risposte… che io mi auguro arrivino.
Vorrei infine condividere con voi le loro riflessioni. Secondo i Guerrilla Spam bisogna interrogarsi sul concetto di decoro e di degrado all’interno delle città contemporanee. I graffiti e ogni espressione non autorizzata viene oggi messa al bando come fenomeno di vandalismo, degrado e malessere civico. Non ci si interroga minimamente invece sull’effetto invasivo da stupro che le pubblicità e le affissioni autorizzate producono nei centri storici. L’argomento viene fuori solo in caso di episodi eclatanti come grandi billboard di fianco a Castel S.Angelo o sul Canal Grande di Venezia. Ma non ci si interroga sulle piccole violenze vere delle pubblicità sparse nei centri storici (Roma è un caso drammatico, e io da romana ne so qualcosa) mentre si demonizza a priori le scritte illegali. Il degrado diventa dunque decoro se legittimato e autorizzato?
La cosa più drammatica non è tanto la rimozione delle scritte da parte delle Istituzioni che sono tenute ad applicare certe leggi e non permettere infrazioni (come i graffiti illegali), ma la rimozione da parte di cittadini volontari che decidono nel loro tempo libero di pulire i muri dai graffiti. Ora, “gli angeli” come molti altri cittadini, sono sicuramente persone animate da spirito civico stimabile che cercano di mantenere la città in buono stato, considerandola un bene di tutti, ma il fatto che vedano come prima soluzione al degrado la rimozione delle scritte illegali, questo si che è drammatico. Perché pulire delle tag illegali e non cancellare o staccare i manifesti autorizzati delle pubblicità?
Perché le tag non sono autorizzate appunto, ed è molto più semplice combattere un degrado urbano che già è messo al bando rispetto a combattere un degrado urbano autorizzato e avvallato dalla legge.
Come affermano gli SPAM: “Il cittadino che pulisce la tag (ovviamente illegale) esegue il compitino delle istituzioni che ci hanno detto “la tag è degrado” e non si pone il problema di ampliare la questione ragionando AUTONOMAMENTE su cosa rappresenti, per lui, il degrado nella città”.
La loro e la mia conclusione è che non si risolve il degrado di un luogo urbano eliminando due scritte. Io stessa sulla pagina Facebook di Urban Lives, riferendomi ai Retake Roma, parlai di questa assurda crociata contro le tag, con un dispendio di forza lavoro ed energie assurde, una attività inammissibile in una città in cui i sistemi di trasporto non funzionano e sono frequenti incidenti causati da buche nelle strade. Son ben altri i veri problemi. E mai nessuno che abbia il coraggio di dire le cose come stanno.
Come affermano anche i Guerrilla Spam ci sono problematiche sociali, estetiche e culturali molto più gravi e oltretutto permesse dalle istituzioni. Come proposta costruttiva invitano quindi gli angeli e i cittadini tutti a contrastare e rimuovere le pubblicità autorizzate presenti nella città.
Una provocazione costruttiva che applaudo e sostengo.
Ora la palla passa a voi cittadini e volontari.
Foto credits: Guerrilla Spam, Andrea Berti, Jacopo Santini, Exit Enter, e oggetti ritrovati in loco appartenenti alla SMMEP di Roma (Stabilimento Militare Materiale Elettronico di Precisione), e che nel 2010 iniziò ad operare nel quartiere Ostiense, è quello di illuminare e risvegliare con l’arte aree urbane in disuso promuovendone la trasformazione.
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Bravissima Ivana! Sono contenta che qualcuno esperto come te abbia il coraggio e le competenze per tentare di far uscire questo discorso controverso: ci sono anche scritte sui muri che bene o male, rappresentano la storia pop di una città e a volte piange il cuore nel vederle cancellate per sempre. Brutte sì, ma sempre storie sono… Io son sensibile!
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