IbombRome: diorami che omaggiano Roma e il writing

Intervista ad IbombRome, miniaturista amante del writing che con i suoi diorami riproduce muri, serrande e portoni di Roma ricoperti di tag, sticker, flop, poster

Roma non sarebbe Roma senza la distesa di tag, throw-up, adesivi e ogni possibile forma di writing e di arte urbana che troneggia su serrande, muri, portoni e superfici di ogni tipo, soprattutto in alcuni quartieri del centro storico e, inutile dirlo, nella zona del graffitishop Graff Dream. Da quando sono tornata a vivere a Roma ho ripreso o, in alcuni casi, iniziato a seguire con grande interesse alcuni progetti online che omaggiano il writing di Roma e che ne raccontano o rappresentano alcuni aspetti.


Una delle scoperte più belle è stata quella dell’account Instagram chiamato IBombRome, di cui già il nome è tutto un programma! Dietro questo profilo c’è un abile miniaturista che, da circa due anni, sta realizzando diorami che riproducono fedelmente proprio quei portoni, quei muri e quelle serrande piene zeppe di graffiti. A colpire sono soprattutto l’attenzione maniacale per i dettagli e la fedele riproduzione in scala di tags, flop e persino adesivi, che rendono questi lavori dei potenziali oggetti di culto o di collezionismo per i writer, per gli amanti del writing e per chiunque abbia a cuore questo aspetto del tessuto urbano.

Poco tempo fa avuto il piacere di visitare lo studio di Ibombrome e di osservare e toccare con mano sia i diorami completi di cornice e luce, sia quelli ancora in fase di lavorazione. Oltre ad ammirare queste piccole riproduzioni artistiche, ho ascoltato la storia del progetto e della sua evoluzione ma anche i tanti incredibili aneddoti che si celano dietro alla ricerca dei materiali e alle fasi di lavorazione, e ora vorrei che fosse lui a raccontarli a voi.

Come è nata l’idea di Ibombrome?

L’idea è nata dalla mia passione per il writing applicata al mio hobby, quello del modellismo. Non essendo particolarmente attratto da superfici come la tela o la carta, ho sempre cercato qualcosa che si avvicinasse all’impatto visivo che dà la strada. All’inizio ricreavo plastici urbani per le action figure, con lo scopo di attirare compratori per i miei annunci online, fino a quando ho notato che questi erano più interessati ai “diorami” che alle figure stesse, specie se questi diorami erano tempestati di tags e throw ups; forse questi fattori mi sono stati d’aiuto per arrivare ad aprire un profilo pubblico dove poter pubblicare i miei lavori.

Hai preso ispirazione da qualche artista straniero?

Certo! Sono molti gli artisti stranieri dai quale traggo ispirazione, ma cerco sempre un mio stile personale.

Hai una preparazione o una formazione nel campo delle miniature e dei diorami?

Il cantiere vale? … No, personalmente ho frequentato l’istituto d’arte ma avevo intrapreso studi di fotografia per poi passare ad audiovisiva. Penso che l’osservazione e la pratica siano l’unica formazione che ho avuto, ovviamente praticando si sbaglia e sbagliando s’impara.

Come scegli i luoghi di Roma ricoperti di tag, da riprodurre in scala?

Per la maggior parte dei casi li scelgo in base al materiale che ho già a disposizione, per evitare di dover incappare nella ricerca di oggetti che mi sono necessari alla realizzazione di un’opera; questo mi aiuta a essere più fluido. In altri casi, invece, scelgo qualcosa di relativamente facile, ma diverso dal lavoro precedente, così da poter provare cose nuove. Cerco di partire sempre con le idee chiare su ogni lavoro, per poter portare avanti più modelli in contemporanea tra un’asciugatura e l’altra.

Come trovi i materiali di lavorazione?

Trovo tutto per strada o tra gli scarti di cantieri, a volte trovo radio o videoregistratori e spesso li frantumo per vedere se dentro questi trovo qualcosa che assomigli a un componente utile per poter realizzare un condizionatore in scala o qualche fusibile che potrebbe assomigliare a una scatola di derivazione elettrica in miniatura, ma possono essere materiali utili anche le carte delle merendine, i volantini e le riviste. Quando trovo una cosa che sembra miniaturizzata e che non mi è ancora utile, scatta l’opposto ovvero cerco quella cosa in scala 1:1 che soddisfi la mia esigenza a livello di graffiti e paesaggio.

E quali sono le varie fasi del processo creativo e della realizzazione dei diorami?

Parto sempre da un’immagine, solitamente se visito un posto e un soggetto mi ispira, scatto una foto e cerco di immagazzinare quanti più dettagli possibili. Oppure posso anche scegliere di partire da una foto trovata in rete, ma la prima opzione citata è sempre la migliore perché mi aiuta a rapportarmi meglio con il modello in scala. Una volta scelto lo scorcio si passa al disegno sul materiale selezionato, per poi levigarlo o intagliarlo, fino a ottenere la forma desiderata. Una volta finiti questi step si passa a un colore di fondo e lo si lascia ad asciugare, per poi passare ai dettagli successivi come porte, serrande, tombini, marciapiedi, insegne luminose, ecc. Realizzati tutti i pezzi si passa all’assemblaggio e poi alla colorazione dettagliata come tags, stickers, flops, poster (la parte piacevole è la colorazione finale).

Hai già esposto i tuoi lavori a Roma?

Ho esposto per la prima volta a Roma, in una mostra di materiali autoprodotti, organizzata da HB e i ragazzi di The Jam, dove esposi un plastico che realizzai per l’occasione raccogliendo un volume massiccio di tags e flops sul luogo, disegnati dai writer durante l’evento.

Che feedback hai avuto finora? Hai ricevuto complimenti, messaggi particolari o richieste di collaborazione? Se sì, da chi?

Non penso di aver ottenuto un gran riscontro con il pubblico, però ho avuto molti apprezzamenti da artisti, come Joshua Smith e richieste di collaborazioni da parte dello staff di Roman Doors e altri artisti, come i ragazzi di Mafm e street artist come Eiknarf, più molte proposte di partecipazione a varie mostre collettive.

A parte i writer di Roma, a chi speri che possano interessare i tuoi lavori?

Spero che possa interessare a tutte le persone che amano i graffiti e tutto il mondo che lo circonda. Non miro a un range specifico, spero solo che siano d’ispirazione per qualcuno.

Stai lavorando a una mostra o a qualche iniziativa futura?

Sono così preso dai miei lavori che trascuro molto il solo pensiero di dover esporre i miei diorami ma non lo escludo, anzi… Ma il periodo che stiamo vivendo, non mi è d’aiuto (covid).

Come sogni che questo progetto evolva un domani?

Mi piacerebbe vedere i miei lavori esposti e che nel tempo aumentino di numero e che acquisiscano un valore al livello culturale. Non ho viaggiato molto nella vita e sarebbe bello viaggiare con i miei lavori fuori da questa città, confrontarmi con altri artisti e in futuro, magari, aprire anche un locale a tema graffiti.

Qualcosa di divertente che ti è capitato da quando hai lanciato il progetto?

Una sera dissi, a un mio amico, che non sarei uscito per dedicarmi ai miei plastici, di solito pubblico i miei progressi sul mio profilo Instagram, specie di notte, quel mio amico vedendo la mia storia, mi ha rosicato, dicendomi “meno male che non uscivi, bravo”.

E della scena di writing di Roma che ne pensi?

Penso che ci siano più realtà al giorno d’oggi rispetto al decennio precedente. È difficile fare un quadro completo e unire tutto sotto un unico ideale. Ho tanta stima per chi si mette in gioco per strada, ne ho di meno per chi critica il lavoro altrui senza essersi esposto ai rischi che questo gioco comporta quando praticato illegalmente. Penso che ci siano molte cose che non siano da considerare graffiti e che la gente spesso confonde l’arte con il vandalismo. Io preferirei vedere un palazzo ricoperto di throw ups e vedere 100 nomi su di essa, piuttosto che vedere un’unica opera murale di un singolo artista. C’è tanta competizione e tanto mettersi in mostra nella scena, io stesso sono una persona che si vanta appena chiude una cosa per strada e questo porta le persone a farsi un’idea su di me o viceversa, ma l’unica cosa che ci accomuna tutti è la voglia di dipingere, oltre questo non ci conosciamo e abbiamo tutti stili di vita differenti.

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