HG80 e il progetto è un’impresa sociale di Bergamo, da 5 anni opera nell’ambito delle politiche giovanili e dell’organizzazione culturale. Ne fanno parte artisti, grafici, educatori, storici e psicologi, tutti impegnati in progetti partecipati, artistici, culturali e sociali, sul territorio. Ed è proprio da un progetto di HG80 e da un’idea del direttore artistico, l’artista Il Baro, di cui ho avuto già il piacere di parlarvi e con cui ho condivido un paio di tappe di viaggi, che ha preso vita la realizzazione di un murale.
La realizzazione è stata curata da Ale Senso, artista di origine bergamasca da anni attiva sulla scena berlinese, che partecipò mesi fa alla jam da me organizzata alle Officine Reggiane, la quale è finalmente è tornata in città per lasciare un segno importante.
Si è trattato della prima opera di arte urbana di grandi dimensioni eseguita su un edificio residenziale a Bergamo: oltre al contributo di una artista locale, a rendere ancora più significativo l’intervento, è stata la location: Casa Integra, un ambizioso progetto di housing sociale della Fondazione Casamica.
L’opera, “Over the World” – il messaggio dentro la facciata, nasce da un’idea… o meglio, da un sogno di Ale Senso, che racconta:
“Quest’opera trae origine da un sogno che feci circa due anni addietro: guardavo il cielo, credo stando in piedi su di una spiaggia, uno sconfinato cielo azzurro e all’orizzonte apparve una nuvola, non la classica nuvola però, questa sembrava vibrare quasi fosse uno sciame, al suo approssimarsi mi resi conto che lo “sciame” altro non era che un banco di pesci; questi, volando l’uno accanto all’altro secondo un ritmo proprio, disegnavano in aria forme astratte, animali, persone e cose; anche il loro colore era cangiante, una trasparenza di gamme che si distribuiva uniformemente in tutto il banco dando l’idea che si trattasse di un corpo unico.
Riflettei lungamente su questo sogno, cosa potevano rappresentare per me il banco di pesci ed il suo cambiare ritmicamente di forma e colore? Qualche tempo dopo rammentai di aver letto che in natura molti pesci formano dei banchi, procedono, cioè, tutti assieme. Dove andare e perché è frutto di un sistema decisionale collettivo, è un po’ come se ogni pesce seguisse gli altri e venisse allo stesso tempo da loro seguito. Ipotizzai che il banco di pesci potesse rappresentare una società eterogenea, multiculturale, priva di punti di riferimento comuni, ma comunque capace di condividere armonicamente uno spazio.
Successivamente quest’idea trovò conferma assieme alla risposta alla seconda parte della domanda. Camminavo per uno dei quartieri più multiculturali di Berlino quando la mia attenzione fu catturata da una musicista di strada, un trombettista per la precisione, che si stava esibendo di fronte al pubblico più eterogeneo che avessi mai visto. I cambiamenti ritmici nel banco del mio sogno erano una musica tradotta in forma visuale. La musica e l’arte in generale sono in grado, per la loro universalità, di avvicinare persone con origini e storie tra le più differenti e di agire, quindi, come collante sociale. Nell’opera il musicista sospeso nell’aria e i pesci che lo attorniano si elevano sopra uno mondo indiviso, privo di confini, narrando un’idea di società in cui l’interculturalità prevale sulla falsa tolleranza, concetto portatore implicito di contrapposizione“
L’esperienza della realizzazione del murale ad opera di Ale Senso è stata breve ma intensa: quattro giorni di lavoro intenso sotto il sole per terminare la facciata in tempo, ma anche tanto divertimento.
Ringrazio l’artista per questa sua bella testimonianza:
“Un particolare ringraziamento lo devo ad una signora che abita di fianco alla facciata che ho dipinto e alla sua figlioletta, che tutti i giorni mi salutavano gioiose sporgendosi dal balcone di casa loro e che non perdevano occasione di portarmi qualcosa di fresco da bere! Purtroppo non so il loro nome perché parlavano molto poco l’italiano e io per nulla il francese…
Ritornare nella città dove ho iniziato a fare arte di strada, nello specifico “lettering e puppets”, ha risvegliato tanti ricordi, la maggior parte belli altri meno. Tutte cose legate alle dinamiche di un mondo che mi ha dato tanto fino a far maturare il desiderio di espandere i miei orizzonti. Così me ne andai, forte delle fondamenta costruite grazie alla collaborazione dialettica con tanti amici e “colleghi”, soprattutto con quelli che meno di altri condividevano il mio punto di vista. Sono tornata almeno una volta l’anno, a volte in contesti legati alla street art, ma questo invito mi ha fatto particolarmente piacere. Ho avuto moltissimo sostegno durante la realizzazione dell’opera e intense chiacchierate anche con un paio di giovanissimi writer molto “attivi”. Abbiamo scambiato opinioni e idee su ciò che significa per noi “fare” arte di strada, e, nonostante le divergenze siano molte, ci accomuna una voglia di fare intensa, positiva e partecipativa.
Estrema soddisfazione per il luogo e l’evento in cui inoltre è stata presentata l’opera: i 30 anni di Alchimia, cooperativa sociale. Era un luogo di festa, aperto a tutti, dove si mangiava, beveva, si ascoltava musica. È difficile pensare a come il sottopasso di Boccaleone fosse, fino a pochi anni fa, un area anonima e completamente abbandonata, vedendola oggi per come è stata riabilitata e bonificata. Ero già stata lì l’anno scorso per la manifestazione “Creature Urbane”, a cura di Pigmenti e “Boccaleone open Space”, durante la quale assieme a una dozzina di street artist da tutta Italia dipingemmo i piloni che sostengono la tangenziale, è stato bello tornare quest’anno e vedere come il progetto di riqualificazione funziona e va avanti!”
Progetti di riqualificazione che non portano solo colore ma vita, risorse, occasioni di incontro. Una bellissima iniziativa che non posso non sostenere, in attesa di tornare a Bergamo ad ammirare il murale e tutto il grande lavoro svolto.
Foto credits: Ale Senso e Pacone
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