Da secoli studiosi, scrittori e semplici curiosi hanno battuto ogni metro quadrato della Sicilia, seguendo tracce di popoli diversi, di architetture diverse, di usanze diverse, di paesaggi diversi.
Ognuno di questi viaggiatori è sempre pervenuto alla medesima conclusione: la Sicilia è un microcosmo che racchiude mondi tra loro molto diversi. Il nostro è un viaggio sulla street art, e ne seguiremo le diverse anime. L’occasione è dovuta alla prossima pubblicazione di una guida ragionata sulla street art in Sicilia che Marco Mondino, Mauro Filippi e Luisa Tuttolomondo stanno mettendo a punto. Io sarò un semplice osservatore, anche se certamente troverò occasione per piazzare alcune mie mattonelle sui muri siciliani.
Lo studio dei nostri punterà a scoprire come si è evoluta la street art nelle province lontane dai due massimi centri, Palermo e Catania, città in cui la street art internazionale ha da tempo messo piede e che ha in Borgo Vecchio Factory e in Res Publica Temporanea due esperienze emblematiche. Le due città saranno abbondantemente trattate – com’è ovvio – nel libro.
Passando da Mezzojuso, paese alle porte di Palermo in cui ha avuto luogo un piccolo festival, e dove spiccano i pezzi di Alleg e di Poki, arriviamo a San Giovanni Gemini, paese di montagna in provincia di Agrigento. Qui incontriamo Gianluca, in arte The Saint, che sfrutta i muri del suo paese per la sua originale forma artistica. Gianluca, grafico pubblicitario, ci mostra i suoi lavori in giro per il paese, portandoci infine in una stradina del centro dove ha preso forma una particolare galleria, la Galleria Artipigliati, dove periodicamente viene allestita un’esposizone di poster art.
Dopo un buon caffè e quattro chiacchiere, proseguiamo il nostro viaggio facendo una deviazione per Caltanissetta, dove troviamo alcuni pezzi, soprattutto di Rosk, e imbocchiamo la strada per Agrigento, per fare una puntata in via Vallicaldi, tortuosa strada del centro storico della città, dove per decenni si è praticata la prostituzione e dove ormai le case sono in buona parte disabitate. Un’associazione ha cercato di rivitalizzare la zona con diversi eventi, anche con la street art; qui spicca uno dei più bei lavori di Mr Thoms.
A pochi chilometri da Agrigento troviamo Castrofilippo, grigio paese agricolo dell’entroterra, dove una tosta e combattiva associazione di nome Cufù ha dato al paese quasi una nuova identità, attraverso interventi urbani dislocati in tutto l’abitato; interventi culminati quest’anno con la serie di murali realizzati da Alberonero.
Pranziamo con Giusi, che ci spiega le dinamiche locali e come questi interventi sono stati accolti dai residenti.
Siamo di nuovo in macchina per raggiungere Licata, paese dove sono in atto forti cambiamenti sociali. Qui incontriamo il vulcanico Gino, il quale segue due progetti in cui la street art ha un ruolo di supporto: il primo, chiamato emblematicamente “Niente cambia niente“, punta l’attenzione sul quartiere Marina, il quartiere storico più antico e più affascinante di Licata, che negli ultimi decenni è stato abbandonato all’oblio; il secondo progetto si propone di rimarcare la memoria della cantante popolare licatese Rosa Balistreri in maniera propositiva e con un occhio al futuro.
Non possiamo, a questo punto del nostro viaggio, non fare una puntata a Niscemi, dove spiccano i grandi muri NO MUOS di Blu (foto cover). Niscemi è un paese agricolo sulle colline che da Caltanissetta degradano verso il mare, e di cui è un fantastico belvedere naturale. I turisti qui sono merce rara, e intorno all’abitato le campagne ospitano greggi di capre e pecore libere di scorrazzare in lungo e in largo, seguite dagli occhi attenti dei cani di mannara.
A pochi chilometri dal paese sorge una magnifica sughereta di una rara varietà d’albero, che è stata trasformata in parco ed è ad inedificabilità assoluta. Proprio in mezzo a questa sughereta gli alti comandi statunitensi hanno deciso di costruire il MUOS, che è un sistema radar che avrà il compito, una volta in funzione, di controllare tutto il bacino del mediterraneo ed eventualmente guidare i missili al loro obiettivo. Oltre ad essere una costruzione dichiarata abusiva al centro di un’area paesaggisticamente di alto valore, il MUOS emetterà onde elettromagnetiche così potenti da essere avvertite anche a centinaia di chilometri di distanza. Si è perciò creato un combattivo comitato NO MUOS, per cui Blu ha dipinto i suoi magnifici pezzi.
Risalendo i colli, in direzione Catania, arriviamo a Caltagirone, dove incontriamo Demetrio, che ci illustrerà il suo Street Dream Festival. Avendo vissuto le varie edizioni del festival dall’interno, conosco molto bene il vero motore della manifestazione: Demetrio è un organizzatore instancabile, ed ha costruito le tre edizioni dello Street Dream Festival su altrettanti quartieri di Caltagirone, quartieri storici ma fuori dal circuito turistico. Il festival prevede, oltre ad interventi sul muro, anche mostre, piccole piece teatrali (rigorosamente in strada) e concerti. Notevoli alcuni dei lavori rimasti, come quello del catanese Ruce.
E’ mattina presto quando, dopo granita al pistacchio di Bronte e briochina d’ordinanza, lasciamo Caltagirone alla volta di Ragusa. Qui, da qualche anno, si tiene il Festiwall, il più ricco festival di street art in Sicilia. E’ una street art molto diversa da quella vista finora, dalla street art scaturita dai vicoli, da personalità locali, da problemi sociali. Qui alcuni dei più grossi nomi della street art mondiale hanno lasciato il loro segno sulle alte facciate cieche della periferia ragusana.
Da Ragusa raggiungiamo Siracusa dove sono presenti alcuni lavori legati ad un evento tra cui spicca quello del nisseno Rosk in combo con il brasiliano DMS.
Seguendo la costa ionica della Sicilia, ci dirigiamo verso Messina, non senza prima fermarci nel paese di Giardini Naxos, teatro dell’Emergence Festival organizzato da Giuseppe Stagnitta, e che ha visto all’opera, negli ultimi mesi, l’americano Momo e gli artisti del progetto Triscele.
Arriviamo così all’estremità settentrionale della Sicilia: Messina, negli ultimi anni, è stata teatro di diversi eventi legati alla street art, probabilmente scaturiti dall’interesse suscitato anni fa dal pezzo che Blu realizzò all’antica Casa del Portuale. Dopo aver osservato i bei lavor in giro per la città – ricordo qui i magnifici pezzi di Seacreative, NemO’s e di Poki in combo con Anc -, ed avere fatto una puntata alla “cittadella”, una zona interdetta ai visitatori, fra ruderi di fortificazioni cinquecentesche e fabbriche abbandonate, dove operano artisti locali e non, e dove troviamo un bel lavoro del Collettivo Fx, ci rilassiamo all’ombra di una palma, mirando un mare cristallino e, quasi abbagliati dal biancore della spiaggia, sorseggiamo un bel mojito, prima di rientrare verso casa, con alle spalle un tramonto da favola.
Concludendo, anche io sono pervenuto alla convinzione che la Sicilia è terra ricca di contrasti, di contraddizioni, e questo vale anche per la street art – termine molto fumoso, dalle diverse anime, che si parli di graffiti o di poster art, di street spontanea o di grandi festival.
Ognuno di noi sentirà una di queste anime più vicina, un’altra in netto contrasto col proprio modo di essere, ma tutte insieme, queste anime, formano una realtà, quella della street art, che ormai accompagna, con la sua presenza più o meno discreta, il nostro cammino nello spazio urbano.
Ci scusiamo con tutti gli operatori del settore per eventuali dimenticanze ed inesattezze, di cui lo scrivente si assume le responsabilità e si dispone ad accoglierne le lamentele.
Antonio Curcio
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