L’arte di strada di Milano non è facile da comprendere. È una città grande, con tantissime realtà di quartiere, dinamiche complesse, periferie, muri liberi, spazi occupati e un mare di artisti e writer di ogni tipo, tanti che per conoscerli e incontrarli tutti mi ci vorrebbe un anno.
Nonostante l’effetto dispersivo della città, ogni volta che ci trascorro un weekend mi godo questo fermento artistico, scoprendone nuovi aspetti, anche merito dell’ottima compagnia.
Proprio spinta dalla curiosità e dal desiderio di rivedere tanti cari amici della scena locale, ho fatto ritorno a Milano a fine febbraio. Il primo vero motivo che mi ha convinto a intraprendere questo viaggio è stato l’invito dell’artista Hot in Public (E-Team Crew, Ox crew), conosciuto alla jam del primo maggio a Reggio Emilia alle Officine Reggiane e poi rivisto sempre a Reggio Emilia per una serie di pittate e jam, tra centro città e stazioni. Da qualche mese, infatti, mi aveva invitato a visitare uno straordinario posto abbandonato, da lui scoperto, dipinto e rinominato “Gli Uffizi”. A questo si era aggiunta la proposta dell’artista reggiano Bibbito di organizzare una rimpatriata a Milano. E così, alla prima occasione disponibile per tutti, abbiamo fissato una data per il tanto atteso weekend milanese.
Primo giorno a Milano: pomeriggio con Irwin e 3ko a Lambrate
Nonostante la drammatica differenza climatica con Roma, uno dei principali motivi per cui avrei qualche difficoltà a vivere a Milano, gli incontri sono sempre così entusiasmanti da far sparire il grigiore metropolitano. Dopo un pranzo con amici che non vedevo da tanto, mi precipito nel quartiere Lambrate, dove l’amico Irwin sta ultimando un’opera ben più grande e complessa rispetto a quelle da lui realizzate in città. A colpirmi è soprattutto la mescolanza di forme e soggetti, una nuova interessante fase del suo lavoro di sperimentazione di tecniche e stili: un elemento figurativo rappresentato da un gatto gigante sulla sinistra, un elemento paesaggistico dal sapore vagamente orientale, e le immancabili lettere sul lato destro, il tutto inserito in una sorta di cornice nera. Il pomeriggio è volato via con tre ore di chiacchierata e risate davanti al muro, anche in compagnia del suo amico 3ko, impegnato su una scala e in una scomodissima posizione per ultimare la parte finale e superiore del suo pezzo. Approfittando del tanto tempo a disposizione ho anche percorso la coloratissima via Pontano, scattando foto ai recenti lavori della Eteam crew in compagnia del reggiano Bibbito. Non sono mancati anche divertenti e stimolanti confronti con i passanti incuriositi.
La giornata si è conclusa felicemente in un pub, con Irwin e altri amici, tra cocktail, chiacchierate e una valanga di messaggi per fissare l’appuntamento della pittata dell’indomani.
Pittata di gruppo, agli “Uffizi” (fabbrica abbandonata)
Il complesso di fabbriche e uffici abbandonati di cui tanto mi aveva parlato Hot in Public si è rivelato molto più imponente del previsto. Il palazzo più alto svetta da lontano e mostra i segni di mesi e mesi di pittate e interventi artistici. Come mi aveva infatti raccontato “da tanto sto dipingendo da cima a fondo cercando di tenere buoni rapporti con i cittadini e con gli “inquilini” dei palazzi, perché il contesto non è propriamente legale. Il palazzo delle finestre è una delle parti a me più care soprattutto perché mi piace l’idea che siano i lavori dipinti a guardare all’esterno, ad osservare le persone che si fermano a guardare”. Da lontano è infatti possibile ammirare i suoi personaggi dipinti a spray, tutti diversi, come fossero tanti abitanti che popolano l’edificio e che ci scrutano dall’alto. Superato “il palazzo delle finestre” io e RikyBoy, rivisto dopo tanti mesi, arriviamo in macchina nell’edificio accanto, dove abbiamo appuntamento con gli altri. Arriviamo, purtroppo, in clamoroso ritardo, tanto che Walls of Milano un’ora prima mi invia la foto della scritta “Ivana dove sei?” fatta su muro da Irwin (della serie, i graffiti che incontrano la tecnologia!).
Oltre agli annunciati Hot in Public, Irwin e l’amico writer Nawal, i reggiani Bibbito e Lo Sbieco, ho il grandissimo piacere di rincontrare dopo tanto tempo i fotografi Walls of Milano e Dante Cavicchioli nonché gli appassionati di street art Roberto Gavalotti & Rita Mo.
Giro di saluti, giro di foto, una rapida raccolta di feedback sul mio libro “Urban Lives” che molti non avevano ancora sfogliato dal vivo e mi incammino finalmente con Hot in Public per un mini-tour del posto abbandonato. Percorriamo insieme i tre piani della fabbrica, arrivando fino al tetto, da cui peraltro si può godere di uno splendida vista sulla periferie e la campagna circostante, tra disegni, combo, graffiti di ogni tipo e di ogni dimensione. Ora comprendo l’attaccamento dell’artista per questo posto, davvero unico. Mi racconta dell’energia e del tempo che vi ha dedicato nell’ultimo anno, dipingendo quasi tutti i giorni e alternando il suo consueto stile a nuove sperimentazioni, in alcune delle quali le lettere si fondono e confondono con coloratissimi paesaggi urbani. I suoi disegni sono ovunque: scalinate, ascensori crollati, corridoi, bagni e, non ultimo, su ogni colonna è presente un suo personaggio, tutti diversi e tutti realizzati con spray in “freestyle”, ovvero senza l’uso di bozzetti.
Dopo l’entusiasmante tour con Hot in Public continuo a fare qualche foto in giro e mi cimento anche io una scritta “Urban Lives”, con un paio di spray che mi ero portata da Roma.
Il pomeriggio si conclude con saluti e appuntamenti e, al momento del tramonto, con una bella foto di gruppo, ovviamente scattata da me.
Street art jam a Segrate (MI)
Stessa formazione del giorno precedente ovvero Hot in Public, Bibbito, Lo Sbieco, Irwin, Nawal, Riky Boy, fatta esclusione per i fotografi, e in compagnia delle new entry Alf e 3ko, ci ritroviamo tutti a Segrate per una jam da noi organizzata per dipingere sui muri liberi, in una piazza dall’aspetto un po’ degradato e adiacente a una scuola. Musica hip hop, un mare di bombolette e tanta birra, in perfetto stile graffiti jam per una perfetta domenica di sole. Tantissimi gli spettatori, i ragazzi del quartiere radunati intorno a noi, gli abitanti che si complimentano con gli artisti per aver finalmente ridato un po’ di gioia e colore alla zona. Tra gli altri bei momenti sparsi nel corso della giornata l’incontro con la giornalista e “street art blogger” Clara Amodeo, la rara opportunità di essere fotografata, a sorpresa, da un artista, e “il momento dedica, tradizione molto anni ‘90, lo so, iniziata ad Atene, in cui armata di marker chiedo a tutti di farmi un disegno o una tag sullo zaino. Una volta completata la murata optiamo per un’ultima birra in un pub della zona prima del congedo finale. Appuntamento alla prossima jam e alla prossima avventura.
Foto credits:
Ivana De Innocentis, Walls of Milano, Dante Cavicchioli
Articolo ben fatto, complimenti! 🙂
Grazie mille! 🙂