Uno degli articoli a cui sono più affezionata è il mio racconto del viaggio in Grecia a gennaio, venti giorni tra Atene, Volos e Thessaloniki, in compagnia di tanti amici, nuovi contatti, un’infinità di scoperte e avventure e tanti chilometri percorsi. In questo articolo avevo riversato tutta la gioia di essere entrata in contatto con una nuova realtà così stimolante, nonché una comunità solidale di artisti e di amici a cui già da gennaio sentivo di appartenere.
Ebbene, il tanto atteso ritorno è arrivato a maggio, ancora una volta venti giorni, questa volta decisivi per la mia vita, per il mio presente e futuro e per la nuova direzione che Urban Lives sta mano a mano prendendo.
Come ho scritto su Instagram, commentando la foto di uno dei miei angoli preferiti di Exarchia, “I knew it from the very first time I was here”. Quello che sapevo era di appartenere idealmente ed emozionalmente alla città, quello che ho scoperto in quei giorni è che il legame era diventato una necessità primaria; non potevo più farne a meno, volevo che Atene fosse la mia nuova casa.
Ricominciare ad Atene, tra feste, cultura underground e nuovi amici
A chi mi chiede perché ho scelto di vivere ad Atene la prima istintiva risposta è “la gente e i graffiti”. Ovviamente non è solo questo, c’è molto di più. Mi è servito un lungo periodo per cominciare a comprendere la città e le sue dinamiche nonché le abitudini, i sogni e le necessità della gente. Solo con una costante interazione con gli ateniesi, la curiosità e la voglia di scoprire un’altra cultura e soprattutto con i consigli di chi ormai mi conosce bene, mi sono pian piano ritagliata il mio spazio da “local”. È difficile riassumere questa estate travolgente.
La “mia” Atene è stata festival all’aperto e concerti gratis, birre in strada con amici vecchi e nuovi fuori l’Handlebar o il Boiler, feste sui tetti fino all’alba, locali nascosti con vista mozzafiato sull’Acropoli, cultura underground e autoproduzioni tra hip hip, punk, tatuaggi, fanzine, stampe e progetti indipendenti, incontri e concerti in spazi occupati e centri sociali, è il profumo e i sapori mediterranei delle taverne, è tsipouro e bouzouki (*grappa bianca e musica tradizionale), è il fascino del degrado dei posti abbandonati, è fuoco, molotov e rivolte nelle strade di Exarchia, è condivisione di sogni e lotta per i propri ideali, è la magia di una birra al tramonto a Strefi Hill (il mio posto preferito), è bagni al mare al tramonto circondati dalle colline, ma soprattutto è libertà, coraggio, creatività, infinite connessioni e legami profondi. Atene la si ama o la si odia, di sicuro non si può dire di conoscerla se non si ha il tempo e la volontà di scoprire la magia, la vitalità e il fermento della cultura underground.
Tre mesi di graffiti, fabbriche abbandonate e bombing notturni
Obiettivo principale di questa estate ateniese, oltre ovviamente al divertimento, è stato quello di farmi un’idea il più possibile approfondita e accurata della scena locale di graffiti, partendo ancora una volta dal mio amato quartiere Exarchia. Oltre alle mie consuete passeggiate fotografiche a caccia di graffiti ho iniziato a leggere, studiare e a documentarmi, prima con il prezioso aiuto dei miei amici, e poi da sola, contattando e incontrando alcuni dei writer locali. Ho inoltre osservato treni per ore, fatto domande, preso appunti. E, come sempre nei miei viaggi, ho voluto vivere esperienze in prima persona.
Con tanto impegno, un po’ di fortuna e le connessioni giuste ho avuto la possibilità di parlare o chattare con writer storici (vedi Fix, Frogs, Pigs e Ofk) e writer più giovani, raccogliendo come sempre consigli, storie e aneddoti, nel migliore dei casi parlando per ore e andando in giro insieme per dipingere. Tra i tanti, ho avuto il piacere di chattare e poi incontrare di persona a Berlino Tefra di Tita crew (invitato a una jam da me organizzata), e di passare qualche ora con Fluor (Bigs) prima e dopo aver divorato il libro scritto e pensato con l’amico Tarta (381), Athens 365, il racconto appassionato e genuino di un anno di scorribande e graffiti.
Devo ringraziare anche il danese Splid e Pea della Cake crew per le lunghe interessanti chiacchierate a Exarchia, in attesa di prossimi incontri.
Nel corso dell’estate non sono mancati, ovviamente, anche momenti di incontro con “vecchi” amici artisti, il tutto tra strade del centro, tunnel periferici, fabbriche abbandonate, zone fatiscenti e parcheggi.
Pittate notturne a Exarchia con Exit e a Psyrri con Mota
Exarchia, quartiere anarchico di cui vi ho ampiamente parlato, è letteralmente tappezzato di graffiti, stencil, slogan, poster e locandine e riuscire a trovare un muro libero o una serranda in cui poter dipingere è davvero un’impresa non facile. Uno dei primi incontri ad Atene a maggio è stato con il mio amico Exit, impaziente di dipingere in uno spot interessante a Exarchia. E così, insieme all’amico Zie, siamo andati a dipingere verso mezzanotte, armati di secchio, colore, bombolette e perfino scala. A parte qualche taxi e qualche passante tutto è filato liscio, tra chiacchiere e risate.
Stessa situazione quando, qualche giorno dopo, siamo andati a Psyrri insieme al suo amico Mota. Avevo già sentito parlare di lui e avevo avvistato alcuni dei suoi personaggi disseminati per le strade di Atene e quasi sempre affiancati da graffiti di crew famose, ed è stato bello non solo conoscerlo di persona ma anche parlare dei suoi tanti anni da writer e assistere a uno dei suoi primi grandi pezzi realizzati con asta e rullo. Lo stile e l’attitudine un po’ selvaggia mi hanno ricordato quelle degli amici Collettivo FX, di cui gli ho mostrato qualche lavoro. È stata una lunga nottata ma davvero una bella esperienza, con un ottimo risultato artistico. Ma, soprattutto, è stato l’inizio di una gran bella amicizia.
Bombing notturni con Decay, Mota, Splid e altri writer
Quando sono arrivata ad Atene a maggio avevo con me solo una decina di adesivi Urban Lives, terminati in un tempo brevissimo. Sarà per la full immersion nella scena locale di writing ma è stata una scelta istintiva quella di sostituire gli adesivi con le tag. E così, per tutta l’estate, tanto ad Atene quanto a Salonicco e Berlino, ho preferito andare in giro a lasciare il segno armata di marker e bombolette. Tanti gli amici e i writer compagni di avventure e scorribande notturne. Ad Atene ad esempio ho spesso girato tra Monastiraki, Psyrri ed Exarchia, in compagnia di Mota, il danese Slid e il mio nuovo amico Decay (Adicts crew, partner di bombing notturni a Salonicco, insieme agli amici comuni Pars e Sae), sempre ovviamente lasciando il segno su muri già pieni zeppi di graffiti e tags.
Graffiti night con 157 crew + Lko crew
Appena ritornata a giugno ad Atene, dopo un intermezzo a Vienna, Berlino e Roma, ho conosciuto un po’ per caso uno dei ragazzi della 157 crew. Dopo una bella chiacchierata a Exarchia ci siamo dati appuntamento l’indomani con i suoi amici della Lko crew per andare a dipingere in un tunnel fuori città. Confesso di non ricordare esattamente la zona ma è stato un bel viaggio in macchina, in quartieri che non avevo mai visto prima, ammirando per la prima volta ad Atene il mare di notte. Una volta arrivati, i tre si sono disposti uno di fianco all’altro, ho quindi fatto un po’ avanti e indietro per scambiare due chiacchiere e scattare foto. Una delle cose più interessanti della serata è stato senz’altro il numero impressionante di auto che hanno rallentato o che si sono fermate per un saluto e per fare i complimenti, non solo ragazzi giovani ma anche mamme con bimbi (i bimbi erano perlopiù rapiti dal cane gigante, tracciato da uno dei due ragazzi della Lko crew). Devo dire che in generale ad Atene ho percepito quasi sempre feedback positivi, o semplice disinteresse, nei confronti dell’arte di strada.
Nuova opera di “abandoned art” per Iakovos Volkov
Sempre a giugno ho avuto il piacere di tornare nella fabbrica abbandonata in cui il mio amico Iakovos Volkov sta realizzando, ormai da mesi, una lunga serie di installazioni, con l’obiettivo di dare vita a una sorta di esposizione personale. Devo confessare di essere davvero legata questo posto. Lo amo da un punto di vista estetico, poiché da tanto sono sensibile al fascino del degrado, da un punto di vista artistico, poiché trovo straordinario il modo in cui le sue opere valorizzano spazi ed elementi architettonici, e infine da un punto di vista affettivo, avendolo visitato praticamente in ogni stagione a partire dallo scorso settembre. Durante il pomeriggio Iakovos ha iniziato a lavorare a una grande scritta realizzata con materiali trovati sul posto (la maggior parte delle sue opere sono in situ e site specific) e insieme o separatamente siamo andati alla ricerca di altri materiali.
Come sempre non ho resistito al richiamo dell’esplorazione urbex, andando a caccia non solo di oggetti da riutilizzare ma anche di angoli nascosti da fotografare.
Graffiti e calligrammi con Decay e C0in
A fine giugno ho avuto il piacere di conoscere, merito di Instagram, il writer Decay, della Adicts crew. È stata amicizia a primo “freddo espresso” (*caffè greco must-drink per i giovani, una specie di via di mezzo tra un caffè americano di Starbucks e un espresso, all’inizio fa un po’ schifo ma dopo un po’ ci si affeziona), sorseggiato davanti al murale di Blu, a Exarchia. È stato solo il primo di numerosissimi caffè insieme e di tante chiacchierate sui graffiti e su qualsiasi altro argomento. La prima uscita ufficiale per dipingere è stata in una fabbrica abbandonata, insieme all’amico writer calligrafo C0in di Patra. Una bellissima, seppur caldissima, giornata in cui i due si sono divertiti a dipingere ovunque, in ogni spazio e muro disponibile, insieme e separatamente e io come sempre ho fatto avanti e indietro, facendo domande e scattando foto. Diversamente dal solito, grazie all’incoraggiamento e alla fiducia di Decay, ho avuto anche il piacere di dare un mio piccolo contributo artistico. Se con Decay ho parlato a lungo della sua fanzine “Trashed out” e di musica, con C0in ho parlato di calligrammi giapponesi e dei pochi calligrafi-street artist presenti in Grecia. La giornata è volata via tra tanti bei momenti, buona musica e risate e mentre ci lasciavamo alle spalle la fabbrica abbandonata e la collina siamo andati incontro a un tramonto mozzafiato.
Notte a Metaxourgio e Gazi insieme a Lol (Fix crew)
Una delle crew storiche ateniesi, train-bomber noti in tutta Europa, è la Fix crew. Nel corso dell’estate, per una serie di bizzarre coincidenze, ho avuto il piacere di conoscere Lol, uno dei membri. Dopo esserci incontrati all’inaugurazione di una mostra a Psyrri, ci siamo accordati per una serata a Metaxourgio. In teoria dovevano venire con noi altri writer, anche di altre crew, ma tra l’esodo estivo con destinazione isole greche e il caldo cittadino, alla fine nessuno ha dato la sua disponibilità. Poco male, è stata comunque una gran bella serata, spero la prima di altre. Prima di andare a caccia di muri ci siamo fermati per una birra e una lunga chiacchierata. Mi ha parlato dei primi tempi in cui si dipingeva treni ad Atene, di quanto siano cambiate le cose nella scena locale (spaccature sempre più nette, sempre meno occasioni di incontro e jam), e dei suoi tanti viaggi in giro per l’Europa e per il mondo. Mi ha raccontato anche delle innumerevoli connessioni che ha in giro per il mondo e delle tante persone ospitate ad Atene in tutti questi anni, tra cui un amico writer di Torino. Non smette mai di stupirmi quanto il mondo dei graffiti sia così ampio eppure così piccolo allo stesso tempo!
Nel corso della chiacchierata, non solo su graffiti ma anche sulla Grecia in generale, su prodotti e tradizioni locali, abbiamo continuato a girare cercando invano un muro libero a Metaxourgio. Ci siamo spostati allora nel vicino quartiere Gazi, dove ricordavo di aver avvistato qualche spazio libero, ed è lì che troviamo lo spot perfetto, all’angolo di una hall of fame, vista gazometro, ottima luce.
Bello il pezzo, bella la serata, immortalata come come sempre nel mio account Instagram.
Weekend con Decay e Mota in un parcheggio a Exarchia
In questi tre mesi ad Atene, nel corso delle mie innumerevoli passeggiate fotografiche, ho approfittato del mio tanto girovagare per rendere un servizio utile agli artisti, segnando e memorizzando spot di qualsiasi tipo e grandezza in cui poter dipingere. Il migliore tra tutti, in un ampio parcheggio a Exarchia, l’ho idealmente regalato ai miei cari amici Mota e Decay. E lì, infatti, che abbiamo trascorso insieme uno degli ultimi weekend d’estate. Dopo aver chiesto al custode del parcheggio il permesso di dipingere, scarichiamo dalla macchina un quantitativo impressionante di vernici e bombolette, nonché una sedia e un’asta lunga 7 metri. Disposti uno di fianco all’altro, Mota ha realizzato un colorato e dettagliato ritratto di un nostro comune amico, mentre Decay ha optato per le lettere, combinando un’infinità di colori diversi; stili completamente diversi seppur con qualche similitudine cromatica e, certamente, grande affinità e stessa attitudine. Sono state due giornate perfette, abbiamo riso, scherzato, bevuto birre e ricevuto la visita di amici (tra cui una fotografa, che ringrazio per le foto, e il ragazzo ritratto nel murale arrivato con tanto di famiglia al seguito). L’unico momento di tensione c’è stato sabato sera, quando il proprietario del palazzo si è presentato all’improvviso reclamando, urlando e minacciando più volte di chiamare la polizia. In tutto il tempo della lunga litigata amici e passanti hanno prese le nostre difese, mentre io ho tentato qua e là di carpire il significato delle conversazioni in greco, impresa già ardua quando si parla a volume basso e lentamente, per cui alla fine optato per una passeggiata perlustrativa della zona. Per fortuna non solo la polizia non è arrivata ma il giorno dopo c’è stato un inaspettato happy ending: il proprietario si è presentato nuovamente sul posto, porgendo le sue scuse, facendo complimenti, offrendo altri muri su cui dipingere e perfino invitando Mota a casa sua per una chiacchierata. Insomma, weekend perfetto, certamente la migliore “avventura estiva” ateniese dedicata ai graffiti.
Throw up in Exarchia con Biz
Ho già avuto modo e piacere di parlarvi del mio amico Biz (crew TS90, 360 e S2K), conosciuto a Roma e poi rivisto a Volos, per tre bellissime giornate a gennaio.
A settembre ci siamo rincontrati ad Atene e oltre al tempo trascorso insieme agli amici non potevamo non dedicare un po’ di tempo anche ai graffiti. Una delle due serate l’abbiamo infatti terminata nel quartiere Exarchia, dove aveva precedentemente avvistato qualche serranda interessante per dei throw up. Non potevano mancare anche nuovi avvincenti racconti dei suoi ultimi viaggi, tra cui un’incredibile avventura in Malesia con tanto di fuga notturna in solitaria in mezzo alla foresta. In attesa del nostro prossimo incontro (chissà in quale città) non vedo l’ora di andare a caccia dei suoi innumerevoli pezzi realizzati in estate ad Atene, con i suoi compagni di crew 360 (che ho finalmente avuto il piacere di conoscere).
Un nuovo inizio
Decidere di raccontare l’estate in tempo reale solo attraverso i social network, in particolare su Instagram, mettendo per la prima volta in pausa il blog, è stata una scelta non facile ma necessaria, così come non è stato facile rinunciare per un po’ all’Italia, agli eventi, ai miei amici, alle presentazioni del mio libro. Ma il cambiamento è una rinascita e spero che chi ha amato Urban Lives in questi tre anni continuerà ad apprezzare e a seguire i miei viaggi, sempre più complessi, avventurosi e lontani. Questa incredibile estate ateniese segna l’inizio di una nuova vita (tra Roma e Atene) e, ovunque mi porterà, ora sono certa come non mai che sarò circondata da graffiti e da persone speciali.
(Coming soon English version…)
Ph. Ivana De Innocentis, Ioanna Spentzou (cover)
che bel racconto! condivido il tuo amore per Atene, va vista e soprattutto va vissuta! 🙂