Meriterebbe un articolo a sé un racconto dettagliato di Nemo’s all’opera: l’ho visto dipingere in tante situazioni diverse, dalla montagna, alla città, dalla casa alla fabbrica abbandonata, e a prescindere dalla bravura e dal messaggio è evidente quanta passione ci metta in quello che fa e quanto sia attento il suo studio del muro. Dopo una attenta osservazione della superficie che ha davanti e del luogo in generale, nonché della sua visibilità, e dopo aver selezionato il soggetto l’artista procede con i primi tratti. Trattandosi quasi sempre di grandi superfici la tecnica privilegiata è asta e rullo, di cui vi ho parlato già dopo il mio viaggio a Reggio Emilia, Officine Reggiane. Come per Collettivo FX l’abilità di esecuzione, la velocità e la cura del dettaglio sono davvero elevate, così come la maestria nello sfruttare a livello compositivo e pittorico le caratteristiche del muro. Gli elementi architettonici spesso “spariscono” o prendono vita, finestre diventano occhi e bocche e le forme dei personaggi seguono linee naturali del luogo.
C’è da dire infine che nell’esecuzione non mancano scelte rocambolesche, arrampicate e soluzioni creative degne di McGyver: io, che soffro di vertigini ma che per amore della street art tento di sfidare le mie paure, mi sono ritrovata a osservarlo in cima a una montagna o a chiacchierare con lui a testa in giù mentre dipingeva una facciata dal tetto di una casa abbandonata. Insomma l’amore per l’arte, nel caso mio ma ancora più nel caso suo, portano a scelte estreme. Anche questo, per me, fa di lui un vero artista.
Caratteristiche del suo personaggio
A proposito di “mettere a nudo” non si può non restare affascinati dal suo personaggio, non importa se l’impatto provochi fastidio o curiosità, certamente le sue sono immagini che non lasciano indifferenti. Ho parlato a lungo con Nemo’s del suo “uomo nudo”, il prodotto finale di un lunghissimo percorso di riflessione, ricerca e sperimentazione. L’obiettivo era quello di ottenere, in forma figurativa, la rappresentazione della sofferenza e della difficoltà sociale.
L’artista ci tiene a raccontarmi che, associato alle caratteristiche del suo personaggio, c’è anche una sua personale difficoltà nell’elaborazione del dolore. La sua sensibilità lo porta da sempre a uno stato di sconvolgimento interiore per fatti e situazioni dolorose, sue o altrui.
L’arte diventa una forma di comunicazione e di esorcizzazione dei suoi stessi mali, prima che di quelli della società. Come afferma lui stesso “quello che faccio sono io”: questo si ricollega quindi alla sua ansia, alla sua meticolosità, al suo bisogno di apprezzamenti artistici e personali e, su tutto, all’esigenza profonda di essere compreso.
Il protagonista delle sue “storie su muro” si contorce, osserva, si trafigge e arriva perfino a mutilarsi: la paura e l’insofferenza sono estremizzate, così come lo spazio e la società che lo divorano, lo assorbono, lo trasformano. Non è un caso che Nemo’s sia tanto affascinato, appunto, dal concetto di trasformazione e da libri quali “Il pasto nudo” di William Burroughs.
Gli ammassi di carne sono un contenitore, e la figura umana diventa la tela del nostro male interiore.
Nel suo futuro artistico Nemo’s immagina il suo personaggio sempre più sottoforma di ibrido carnoso, sempre più modellabile, astratto e conforme alla forma del muro.
Nemo’s e la musica
Ho trovato talmente interessante il rapporto viscerale dell’artista con la musica, in cui mi sono riconosciuta anche io, che mi è sembrato giusto, dopo tante ore di chiacchierate sull’argomento, concludere con un paragrafo intero ad esso dedicato. Sia io che Nemo’s adoriamo la band dei Radiohead, non mi è quindi sembrato strano che avesse tatuato il testo di una loro canzone o che uno dei suoi grandi sogni, che l’ho invitato ancora una volta a provare a realizzare, è quello di inviare un suo disegno al cantante Thom York.
A prescindere da questo, che può apparire meno comprensibile per i non “music-addicted”, è stato davvero interessante scoprire quanto fosse importante per il suo processo creativo. Come per tanti altri artisti che ho conosciuto e intervistato, anche per lui la scelta della musica giusta mentre si disegna è essenziale.
Mi ha svelato di avere addirittura l’abitudine di scrivere dietro le sue tele i titoli delle canzoni che ha ascoltato, nonché il numero degli ascolti.
Un’altra importante connessione tra Nemo’s e la musica riguarda una sua partecipazione a una trasmissione radiofonica di Radio 2: l’idea era quella di far realizzare agli artisti ospiti un grande schizzo, che fosse la graduale rappresentazione della playlist trasmessa.
Ci tenevo a parlare di tutte queste sue passioni perché Nemo’s mi ha accennato tante potenziali idee per i suoi futuri lavori, che spaziano verso tanti interessi e passioni. Il tutto sempre guidato dall’amore per quello che fa, dalla necessità di esplorare, dal bisogno di comunicare e di farsi capire. Tutto questo viene prima di ogni logica di vendita e di mercato, che di fatto gli interessano poco. A lui interessa raccontare, comunicare, sorprendere ed essere compreso, e io sono sicura che il suo percorso artistico riserva ancora tantissime bellissime sorprese.
(Parte 1)
Foto credits: NemO’s, Chiara David
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