“Il Castello di Zak è uno di quei posti che muta molto velocemente”: a dirmelo è Riky Boy, giovane artista che non ho ancora avuto il piacere di conoscere personalmente ma che sono lieta di presentarvi.Ma andiamo con ordine: cosa è il Castello di Zak? A febbraio ho avuto modo di visitare questo incredibile posto, situato vicino Milano, in compagnia del mio amico fotografo Livio Ninni e delle nostre guide, i Canemorto. A consigliarci questa visita gli amici reggiani, Collettivo FX, Bibbito e Reve+, ospiti lo scorso anno al Castello.
Su internet le informazioni sono frammentarie ma sempre più fotografi, video maker ma soprattutto artisti vi fanno visita. Non pensate però di presentarvi così all’improvviso o di scavalcare: l’accesso è riservato agli amici e agli amici di amici del padrone di casa, il mitico Zak. Il Castello potrebbe essere definito banalmente una fabbrica abbandonata, ma è molto di più: è un posto magico, punto di ritrovo di artisti e non solo, luogo di storie, di vite, di connessioni.
“Questo luogo è conosciuto come il castello di Zak, o altre volte di Zakula, proprio perché, a seconda delle proprie fedi mistiche o, esperienze spirituali, Zak assume il ruolo di angelo custode o di guardiano del castello che per chi non lo conosce ha una connotazione un po’ lugubre, ma che in realtà è un luogo d’amore”.
Ed è proprio in questo luogo “d’arte e di amore” che il promettente Riky Boy è nato e cresciuto artisticamente.
Come afferma lui stesso: “sono “figlio adottivo” del grande conte Zakula, colui che mi ha spinto a cambiare i soggetti e tecniche della mia arte. Prima ero il classico vandalo che sporca i muri con scritte insignificanti e da tali no mi portavano alcuna soddisfazione. Adesso quello che faccio ha un senso, rappresento con bombolette e rulli le mie esperienze e le mie paure, desideri, amore e conflitto. Il mio avvicinarmi “all’espressionismo contemporaneo” è stato possibile grazie all’incontro con i Canemorto, miei maestri e grandi consiglieri, da i quali ho appreso filosofia artistica e violenza nell’utilizzo delle aste”. Dal vivo i suoi lavori sono davvero di grande impatto. Non vedo l’ora di tornare al castello per conoscere dal vivo lui e gli altri talentuosi “figli adottivi” di Zak.
Foto: Riky Boy
Su internet le informazioni sono frammentarie ma sempre più fotografi, video maker ma soprattutto artisti vi fanno visita. Non pensate però di presentarvi così all’improvviso o di scavalcare: l’accesso è riservato agli amici e agli amici di amici del padrone di casa, il mitico Zak. Il Castello potrebbe essere definito banalmente una fabbrica abbandonata, ma è molto di più: è un posto magico, punto di ritrovo di artisti e non solo, luogo di storie, di vite, di connessioni.
“Questo luogo è conosciuto come il castello di Zak, o altre volte di Zakula, proprio perché, a seconda delle proprie fedi mistiche o, esperienze spirituali, Zak assume il ruolo di angelo custode o di guardiano del castello che per chi non lo conosce ha una connotazione un po’ lugubre, ma che in realtà è un luogo d’amore”.
Ed è proprio in questo luogo “d’arte e di amore” che il promettente Riky Boy è nato e cresciuto artisticamente.
Come afferma lui stesso: “sono “figlio adottivo” del grande conte Zakula, colui che mi ha spinto a cambiare i soggetti e tecniche della mia arte. Prima ero il classico vandalo che sporca i muri con scritte insignificanti e da tali no mi portavano alcuna soddisfazione. Adesso quello che faccio ha un senso, rappresento con bombolette e rulli le mie esperienze e le mie paure, desideri, amore e conflitto. Il mio avvicinarmi “all’espressionismo contemporaneo” è stato possibile grazie all’incontro con i Canemorto, miei maestri e grandi consiglieri, da i quali ho appreso filosofia artistica e violenza nell’utilizzo delle aste”. Dal vivo i suoi lavori sono davvero di grande impatto. Non vedo l’ora di tornare al castello per conoscere dal vivo lui e gli altri talentuosi “figli adottivi” di Zak.
Foto: Riky Boy