Da gennaio aspettavo con ansia il mio ritorno a Reggio Emilia: occasione del viaggio la rimpatriata per il breve ma intenso ritorno di Astro Naut in Italia. Come già scritto nel mio racconto dei suggestivi luoghi della Sagra della Street Art, a Reggio Emilia avevo lasciato un pezzo di cuore: terra accogliente, ricca di storia e di folklore, paesaggi verdi e rigogliosi, persone allegre e accoglienti e una fantastica scena artistica locale, affiatata, propositiva e innovativa, che rappresenta una delle migliori realtà del panorama nazionale attuale. Sto parlando di un ampio gruppo di artisti, pittori, “street artist” e writer, collocati per lo più tra Parma e Reggio Emilia, che potete trovare su Instagram e Facebook col nome di Graffiti Reggio Emilia. Permettetemi di aggiungere che, come ho scritto nel titolo, un ultimo buon motivo per tornare a Reggio sono i tortelli di zucca e il lambrusco… Provare per credere!
Il mio viaggio, stavolta purtroppo senza il fotografo-amico Livio Ninni al seguito, è durato 5 giorni e si è svolto tra Reggio, Modena e Parma.
Primo giorno (28 maggio), inizio infelice: purtroppo il treno su cui stavo viaggiando, a soli 5 minuti dalla mia destinazione, investe un uomo. Mi ritrovo così “prigioniera” del treno per 3 ore e mezzo, e mi salta il primo appuntamento con Cane Morto.
Arrivata a Modena per un’ora, e per la prima volta, incontro Pietro Rivasi e resto letteralmente a bocca aperta davanti ad alcuni murales realizzati per il festival Icone che sognavo di vedere da una vita, tra cui quello di Blu ed Ericailcane.
Il viaggio prosegue in direzione Reggio Emilia, dove raggiungo Lo Sbieco e Astro Naut alle Officine Reggiane, luogo incredibile di cui avevo già scritto a gennaio (ma non abbastanza, merita un approfondimento). Non so spiegare l’emozione di vedere le mura esterne dalla stazione, dove troneggia un murales di Nemos e Collettivo FX: MI SENTO A CASA.
Arrivare in un capannone immenso abbandonato con un trolley ha decisamente del surreale, tanto che mi fermo a scattare una foto:
Il resto del pomeriggio lo passo nel “capannone di Astro Naut e dello Sbieco”, dove oltre a vederli dipingere e a fotografarli durante il “making of” vengo condotta in una visita guidata personale alla scoperta dei loro ultimi pezzi. Finalmente vedo dal vivo una parte delle serie nera, quella che racchiudeva la tristezza pre-partenza di Astro Naut.
Dopo il giro serata-rimpatriata con una bella fetta di Graffiti Reggio Emilia tra pizza, birra, chiacchiere, risate e progetti.
Secondo giorno (29 maggio): ci si prepara al Live Painting & Poster Attack a Modena. O meglio: io mi rilasso sotto un albero (è pur sempre una vacanza, oh) mentre Hang, Astro Naut e Lo Sbieco preparano i poster per la sera. La serata a Modena è stata fantastica: con grande gioia rincontro Elena (Bologna Street Art) e Nemos, ho finalmente l’occasione di vedere Bibbito in azione e ho il piacere di conoscere Il Prof e Pepe Coibermuda. Foto, sangria, lunghe chiacchierate e la serata prosegue poi per Modena e dintorni, con qualche intervento qua e là.
Terzo giorno (30 maggio): giornata all’insegna di tortelli e lambrusco con Psiko Patik e Astro Naut, ma soprattutto del pomeriggio a Parma con Collettivo FX dallo studio di tatuaggi di James Kalinda, a cui devo, appunto, il mio primo bellissimo tatuaggio (dichiarazione pubblica che spero nessuno dei miei parenti legga).
La sera prosegue a Reggio Emilia tra allegre incursioni notturne di Astro Naut e la Festa della Birra Acida.
Quarto giorno (31 maggio): ultimo giorno, bello e intenso. Giorno di confronti, progetti e soprattutto pittate. A Psiko Patik devo una lunghissima e interessantissima chiacchierata sul graffiti writing. Una full immersion di due ore tra Wild Style, lo splendido libro di Martha Cooper “Subway Art” (che sfoglio per la prima volta), racconti e aneddoti sia storici che personali. Tornerò presto sull’argomento, mi impegno a proseguire la mia ricerca e la mia indagini sul graffiti writing e sulla contaminazione tra graffiti e street art, così incredibilmente papabile nella scena reggiana.
Il pomeriggio lo trascorro alle Officine Reggiane con Astro Naut, Collettivo FX, Reve +. Armata di reflex immortalo alcune delle opere che mi ero persa, realizzate negli ultimi mesi non solo da artisti locali ma anche da diversi artisti provenienti da altre città, tra cui Bartocci, Julieta, Cane Morto, a dimostrazione, ancora una volta, dell’importanza delle Officine.
Il percorso di riqualificazione di capannoni e aree abbandonate, grazie a graffiti e street art, ha preso il via nel 2012, ad opera di artisti locali. Il luogo, già di per sé suggestivo, ha mano mano ripreso vita ed è diventato sempre più punto di interesse e di ritrovo. Grazie all’impegno costante degli artisti, su tutti Collettivo FX, le Reggiane sono diventate un luogo di confronto, di jam con coinvolgimento di artisti nazionali, di sperimentazione, di collaborazione.
Ma torniamo al pomeriggio: dopo un mare di foto scattate e dopo aver osservato a bocca aperta aste lunghissime creare forme e colori, usate come fossero normali pennelli, arriva il momento sperato e temuto: la frase “dai Ivana, prova anche tu”. Dopo 2 secondi di panico assoluto mi faccio coraggio e vado: il (divertito) fotografo Dante Cavicchioli, che ringrazio tanto, rischiando la vita ha coraggiosamente immortalato il momento con qualche scatto:
Vorrei trovare le giuste parole per descrivervi la sensazione e la fatica di sollevare un’asta così lunga e la difficoltà di comprendere le distanze, i movimenti adatti, la pressione, il tratto. Tutto quello che posso dirvi è che la mia ammirazione per questi artisti è aumentata del 50% e che solo provandolo si può comprendere che quello dell’arte di strada è davvero un mestiere, con la M maiuscola.
Ah, se vi state chiedendo come andata posso dirvi che il mio tentativo è durato dopo pochi minuti ma che se andate alle Reggiane potete ammirare questo orecchio disegnato dalla sottoscritta (… to be continued?). Il pomeriggio si conclude con una bella foto “Ritratto di Famiglia”, condivisa su Instagram da Graffiti Reggio Emilia e da me (Urban Lives):
Esco dalle Reggiane con un nodo in gola, con la certezza che ci tornerò presto.
Magari armata di spray.