#STORIA – AAHM00: astrattismo, segno materico e luoghi abbandonati

Un insieme di numeri, geometrie, figure astratte, ritmo e musicalità, istinto misto a razionalità, pieni e vuoti, simboli, segni, primordialità: tutti questi elementi si rincorrono, e ricorrono tanto nella vita quanto nella produzione artistica di AAHM00. Lunghe chiacchierate su ogni tipo di argomento mi hanno permesso di scavare al di là della sua arte pittorica astratta di strada e di raccogliere indizi utili alla comprensione di un artista tanto interessante quanto complesso.
Ma facciamo un passo indietro: tutto è iniziato con un pomeriggio a Prato, alla scoperta di luoghi e fabbriche abbandonate, “spot” urbani prediletti dai due artisti locali, ovvero Moallaseconda e AAHm00. Difficile descrivere l’impatto dal vivo delle loro composizioni, quasi tutte caratterizzate da cromatismi scuri e dalla perfetta integrazione con lo spazio circostante: un astrattismo che passa dal supporto liscio di una tela a quello ruvido delle pareti, al contrasto con la materia, in quello che, in tutta sincerità, mi appare come uno dei possibili scenari futuri della street art.
Ho avuto poi modo di trascorrere un po’ di tempo con AAHM00 a Roma: oltre alle tante risate un fiume di parole su arte, street art, musica, interessi, opinioni. Inizialmente un po’ restio a parlare della sua arte, mi spiega di aver sempre  adorato che soluzioni (stilistiche ed estetiche) escano fuori con il caso, ancor più che con la sperimentazione. Sono proprio quei pochi e semplicissimi segni, che gli danno spunti, diramazioni di una linea o trasformazioni di una semplice forma. La natura, la città e tutto quello che lo circonda è continua fonte di ispirazione, basta guardarsi intorno: non solo “crepe nei muri, crepe nel cemento, macchie sui muri” ma anche ombre, oggetti, simmetrie naturali. Tutto intorno a noi è arte, ritmo, forma: basta saper cogliere i segni.

Così come la sua pittura anche le sue parole sono segni ed elementi adagiati su un grande spazio bianco: una composizione solo apparentemente casuale di informazioni e dettagli che mi permettono di indagare la sua ricerca e la sua sperimentazione artistica. E mi ritrovo così, a distanza di qualche giorno, a comporre un puzzle di elementi, simbologie, emozioni che fuoriescono dai suoi racconti e dalla sua pittura.
Chiacchierando scopro ad esempio che i numeri e le lettere lo hanno da sempre affascinato.  I numeri ricorrono nei suoi pensieri anche come forma geometrica: li immagina girati, scomposti, alcuni li ama (come il 3) altri meno (come il 5).
3Il segno è un elemento ricorrente nei suoi discorsi: il segno pittorico, più o meno casuale, il segno materico generato dalla natura, il segno che gli elementi circostanti compongono. Tutto è pura casualità e allo stesso tempo un armonico insieme razionale. Scopro così che la casualità delle sue forme astratte cela un fortissimo richiamo per il razionale, per il controllo dei vuoti con i pieni: l’istinto e la casualità dei tratti si alternano a scelte altrettanto istintive ma ponderate, che rincorrono un preciso percorso cromatico, emozionale, simbolico.
Le sue opere, a prescindere dal supporto, nascono sul momento, senza bozzetti preparatori: il suo sketchbook, che immaginavo fosse appunto una raccolta di bozze, è in realtà un insieme di idee-non idee, di linee e colori, forme che raramente vengono riprodotte altrove.
Scopro poi in lui una grande sete di conoscenza, di immagini e di ispirazione creativa, perlopiù astratta: mi imbatto quindi in una carrellata di nomi più o meno noti dell’arte e scopro una sua accurata e capillare conoscenza di street artist italiani e stranieri. Tra gli artisti da lui maggiormente seguiti: 108, Erosie, Clemens Behr ed Ekta.
Tra le sue tante passioni quella che certamente prevale, tanto da avere un ruolo determinante nella sua vita come nella sua pittura, è la musica: dipingere per lui è un processo catartico, solitario, in cui il suono e il ritmo rivestono un ruolo indispensabile. Perfino nella scelta della musica, ascoltata rigorosamente in cuffia, scopro rituali ed elementi razionali, come il ricorrere sempre alle stesse musiche in fase di chiusura di un’opera o la scelta di una lunga ma comunque selezionata playlist musicale prima di andare a dipingere. Tra i generi più amati diverse ramificazioni dell’elettronica.
Insomma, tutto è accidentale ma tutto è intenzionale: il prodotto finale, faticosamente ed emozionalmente raggiunto, è accostamenti cromatici, linee e macchie che danzano e si intrecciano su una superficie. Per mostrarmi la “non casualità del caso”, dopo avermi mostrato al computer una foto di un suo dipinto, la gira nelle altre tre direzioni: il tutto sembra avere senso solo in quella iniziale.
Parlando invece dell’arte urbana in Italia, oltre a scoprire un generale ottimismo per la scena attuale e per le diverse forme e sperimentazioni intraprese dall’arte urbana, concordiamo sull’importanza della riscoperta degli elementi sia naturali che urbani.
Decisamente meno ottimista la sua previsione per il futuro.

Un’ultima curiosità, il significato che si cela dietro al suo nome non posso rivelarlo ma in qualche modo esorcizza la paura collettiva del trascorrere naturale del tempo, dell’evoluzione, del progresso, della vecchiaia, dell’erosione della materia, all’interno di un percorso di vita ciclico in cui inizio e fine si alternano costantemente.
E a proposito di progresso e di futuro, come ho affermato in una recente intervista, quando penso a quello della street art immagino, tra i tanti scenari possibili, “la fuga dal caos cittadino con conseguente ricerca e riscoperta sempre più predominante di posti abbandonati e affascinanti luoghi immersi nella natura”.
E in questa “fuga dal caos cittadino” spero prendano piede sempre più artisti complessi e talentuosi come AAHM00.

Aul
Moallaseconda x AAHM00 nocrnwitcrn_ Posto abbandonato 2015

 
Maggiori informazioni:
https://aahm00.tumblr.com/
https://lafuliero.tumblr.com/ — Tumblr di AAHM00 e di Moallaseconda.
 

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