Quando la gente mi chiede di spiegare cos’è Urban Lives tento di far capire che è molto più di un contenitore editoriale di articoli, reportage, interviste e opinioni sulla street art in Italia, di fatto è la mia vita quotidiana. Qua e là, tra le pagine del sito, è possibile cogliere questo aspetto che rende forse unico il mio progetto; non posso e non voglio nascondere quanto vivere a contatto con gli artisti abbia migliorato la mia vita e quanto cariche di emozioni siano le esperienze che ho vissuto. Urban Lives mi ha portato conoscenza, connessioni, viaggi, confronti e, non ultimo, mi ha dato l’opportunità di realizzare dei sogni. Quella di cui vi voglio raccontare oggi è una delle esperienze più belle ed emozionanti che io abbia mai vissuto: una settimana nella mia amata città, Roma, in compagnia di due dei miei artisti preferiti, Vegan Flava, di Stoccolma, e Ken Plotbot di Berlino.
Vegan Flava e Ken Plotbot: fabbriche abbandonate e collaborazioni
È passato un anno da quando, su Instagram, ho scoperto due artisti davvero eccezionali, Ken Plotbot e Vegan Flava. In quel periodo stavo esplorando con artisti italiani luoghi abbandonati, ed è stato questo a creare una prima connessione con loro due.
Fin da subito sono stata rapita non solo dalla loro bravura a livello artistico ma anche dalla passione e dalla loro cura per i particolari, una cura che riguarda tanto la composizione quanto l’interazione con il luogo abbandonato prescelto e, non ultima, tutta la produzione fotografica e video, di altissimo livello. Inoltre entrambi sono caratterizzati da grandi abilità artistiche, tinte scure, dalla predilezione per posti abbandonati e tematiche sociali quali industrializzazione e ambiente.
Con gli artisti si è creata una bella affinità che ha dato il via, nel tempo, a diverse chiacchierate. Non potete immaginare la mia sorpresa quando, a maggio, ho scoperto che si erano incontrati a Berlino e che avevano dipinto insieme, realizzando quella che sarebbe stata la loro prima collaborazione artistica, a cui ne ha avuto seguito un’altra a inizio ottobre, sempre a Berlino.
Non avevo nemmeno idea che fossero in contatto tra di loro, figuriamoci che potessero dipingere insieme. E la combinazione era davvero vincente, due mondi che si incastravano perfettamente.
Da quel momento è scattata l’idea, che ha poi richiesto mesi di elaborazione e di riflessione, ovvero quella di invitarli in Italia a dipingere. In quel periodo ho condiviso questa speranza con un mare di artisti e amici, mostrando sul mio cellulare le foto dei loro pezzi e ricevendo non solo tanti feedback ma anche tante proposte di location.
A rafforzare ulteriormente la mia volontà di organizzare la loro prima trasferta italiana il mio incontro, tanto atteso, con Ken Plotbot a Berlino a inizio settembre.
Una giornata insieme a lui per fabbriche abbandonate, tra birre, chiacchierate e foto dei suoi lavori, mi ha permesso di comprendere e apprezzare ancora di più sia lui che la sua arte. Abbiamo parlato a lungo anche della sua collaborazione con Vegan Flava e raramente ho sentito una storia più entusiasmante di un primo incontro fra artisti. Come entrambi mi hanno più volte detto da allora, “è stato come un miracolo, una connessione artistica sorprendente”, e a dimostrazione di questo basta vedere la qualità del risultato finale. E’ stato per me altrettanto interessante scoprire che era per entrambi la prima collaborazione con altri artisti.
Insomma, sono stata inconsapevolmente testimone di qualcosa di magico, che avrei contribuito a portare avanti.
Natura, fabbriche abbandonate, birra e passeggiate romane
Una volta tornata da Berlino il progetto ha finalmente preso forma, con grande entusiasmo di tutti e tre. Quello che doveva inizialmente essere un viaggio itinerante in Italia si è trasformato poi in una singola tappa romana curata da me. Col senno di poi credo che sia stata una scelta vincente, che ha permesso di concentrarci su una singola esperienza, a livello umano come gruppo e a livello artistico per loro due.
Nelle settimane precedenti il loro arrivo ho fatto di tutto: ho esplorato posti abbandonati con amici (grazie ancora dell’aiuto!), ho scattato foto di muri o esaminato foto di altri, ho comprato tutto il materiale, ho preso in prestito asta e rulli, ho chiesto consulenze ad artisti per le vernici, ho spostato appuntamenti di lavoro e, non ultimo, ho fatto rifornimenti vegani per Vegan Flava. Come non mai volevo che tutto filasse liscio e volevo ottimizzare i tempi.
Il primo ad arrivare è stato Vegan Flava, il che ci ha regalato un giorno in più per conoscerci e confrontarci su tantissimi argomenti, nonché per scoprire quante cose avessimo in comune. Una volta arrivato Ken Plotbot abbiamo dedicato il primo giorno insieme alla perlustrazione del posto, con grande entusiasmo da parte di tutti e tre. Una volta scelta la stanza, resa particolarmente suggestiva dalla presenza della vegetazione, dal colore giallastro delle pareti e dagli interessanti punti di luce quali porte e buchi nel soffitto, hanno iniziato a tracciare e a pianificare. L’affinità artistica tra i due è stata evidente fin da subito: li ascoltavo a bocca aperta mentre, con pochi minuti di conversazione, il progetto comune prendeva vita. Sarebbe stato così per tutti i giorni successivi.
La realizzazione dei loro lavori ha richiesto quattro intense giornate e uno sforzo notevole di impiego di energie da parte di entrambi. Posso affermare di aver visto poche volte artisti così dediti al lavoro, tanto da lasciare la fabbrica sempre più tardi e rinunciare quasi sempre ad altri eventuali incontri o giri turistici. Unica eccezione una cena vegana nel quartiere Pigneto la prima sera e una successiva esplorazione notturna delle bellezze della città eterna. Quest’ultimo è stato forse uno dei momenti più emozionanti della settimana: il clima mite e la quasi totale assenza di persone ha reso il momento ancora più suggestivo. Strano passare dal silenzio della fabbrica a quello delle strade dell’antica Roma, visioni urbane senza tempo che ci hanno fatto sentire come sospesi, lontani dal caos quotidiano, e ancora più connessi tra di noi.
Nonostante il duro lavoro e le piccole difficoltà quotidiane è stata una settimana perfetta, sotto ogni punto di vista. Bellissima l’intesa tra di noi, tanti i momenti di confronto, tante le storie, le confidenze, gli scambi di opinione, le birre, le risate, gli scherzi. Impossibile dimenticare le passeggiate verso casa dopo il tramonto, ogni giorno con una grande voglia di festeggiare e di brindare alla vita, all’amicizia e alla giornata andata bene, in un mix di stanchezza, euforia e adrenalina. Per quanto riguarda invece la collaborazione artistica, Ken Plotbot e Vegan Flava hanno confermato grande affiatamento e grandi abilità tecniche e compositive. Non ultimo hanno dimostrato di saper lavorare in tandem anche da un punto della valorizzazione del luogo, studiandolo accuratamente e interagendo con esso. Le due opere, realizzate su due pareti della stanza, si confondono tra i rami delle piante, abbracciano o si fondono con gli elementi architettonici e si fanno strada sulle superfici, trovando tra loro punti di contatto.
Vegan Flava: una riflessione sull’uomo e sulla natura
Il soggetto rappresentato da Vegan Flava è il suo preferito, ovvero uno scheletro, stavolta sdraiato a terra e a faccia in giù. Dal cranio e dalle ossa si fanno strada e si intrecciano dei rami le cui foglie, come trasportate dal vento, raggiungono punti lontani della stanza e il vicino soggetto di Ken Plotbot. Il contrasto tra l’immobilità dell’uomo, o di quello che è rimasto, e il movimento degli elementi naturali induce lo spettatore a un’osservazione accurata e a una riflessione.
Come ha affermato lo stesso artista l’intento della sua opera è quello di porre in evidenza la necessità di andare al di là dei generi, delle identità, delle classi sociali. Non importa cosa siamo, cosa rappresentiamo, cosa facciamo, siamo tutti uguali e tutti accomunati dallo stesso destino. Le differenze andrebbero viste come una ricchezza, non ostacolate, discriminate o nascoste. I rami e le foglie ci ricordano l’importanza di restare sempre connessi con la natura e di rispettarla. L’artista, vegano da diciotto anni, mi racconta del ruolo centrale della natura nella sua vita, tanto nella scelta alimentare quanto in quella di rispettare gli animali e l’ambiente, quanto nell’abitudine di dedicare parte del tempo libero a escursioni nelle foreste e gite al lago.
Ken Plotbot: inquinamento chimico di un futuro apocalittico
Come per Vegan Flava il soggetto prescelto è quello a cui è maggiormente legato, ovvero una donna con la maschera antigas, anche nel suo caso con una prevalenza di tonalità scure. Nello scenario apocalittico la donna è vittima dell’inquinamento atmosferico e degli agenti chimici di cui l’uomo abusa, senza riflettere sulle conseguenze salutari e ambientali a lungo termine. Sostanze chimiche tossiche e nocive, presenti anche nella fabbrica abbandonata, con cui ogni giorno entriamo in contatto inconsapevolmente. L’artista, chiacchierando nell’arco della settimana, ha dimostrato a me e a Vegan Flava di avere una conoscenza approfondita di questa problematica, elencando situazioni rischiose, cattive abitudine e nomi di sostanze presenti in oggetti di uso quotidiano o perfino in natura.
La vittima dell’inquinamento chimico oltre a indossare la maschera anti-gas sembra quasi nascondersi tra le piante della stanza, ed è circondata da tossiche colature nere che si espandono a macchia d’olio lungo il pavimento della stanza, dando quasi la sensazione di essere vene infette o rami secchi. Come mi ha dichiarato lo stesso Ken Plotbot il risultato finale, suo e di Vegan Flava, va oltre la consueta rappresentazione pittorica: l’opera degli artisti non consiste infatti solo nelle due pareti ma nell’intera stanza, in un insieme di elementi e di oggetti presenti, alcuni dei quali dipinti e accuratamente posizionati, che vanno a costituire un’unica rappresentazione. La cura dei dettagli di entrambi vuole essere allo stesso tempo un regalo per lo spettatore, circondato da quella che potremmo definire un’installazione artistica, e un omaggio al luogo, che sembra così riprendere vita.
Progetti e speranze per il futuro
Tanti sono gli interessi che accomunano me, Ken e Vegan, tanto il desiderio di lavorare a nuovi progetti e di esplorare insieme nuovi posti abbandonati. Confrontarmi con loro su tanti argomenti, vederli finalmente dipingere dal vivo, aver dato vita a quello che per me sembrava quasi un sogno irrealizzabile ma soprattutto entrare in contatto con loro da un punto di vista umano e amicale, ha reso questa esperienza unica, indimenticabile. Salutarli è stato davvero difficile, ma avverto un filo sottile che ci lega dopo questa intensa settimana ricca di emozioni e già non vediamo l’ora di rivederci.
Siamo già pronti per la prossima avventura.
English version of the article
Info:
Vegan Flava: Instagram / Facebook / YouTube
Ken Plotbot: Instagram / Facebook / Youtube
Idea bellissima e street art favolosa.
È possibile andare a vederla?
Che posto è? Dove si trova a Roma?
Grazie per i complimenti!
Sono felice che ti piacciano le loro opere.
Per questioni legali non possiamo però rivelarne la locazione, ci spiace.