8 artisti per 6 giorni di street art e graffiti in Emilia Romagna – Parte 2
(Parte 1: Rurales Emilia e nottata di graffiti a Reggio Emilia
Parte 3: 2 giorni di street art al Làbas (Bologna) curati da Urban Lives)
Rigenerati dalle due belle giornate di sole nella campagna ferrarese, di pittate all’aperto, di momenti di socialità e condivisione, abbiamo caricato le macchine con zaini e materiali e, ci siamo divisi. Mentre Cacao Rocks e gli altri facevano ritorno a Rurales Emilia, nell’altra macchina guidata da Cesare (Rest-ART – Urban Festival), io, il 1UP e gli amici viennesi Skirl e Ruin siamo partiti alla volta di Reggio Emilia. Durante il viaggio i ragazzi hanno mostrato soddisfatti a me e a Cesare un pezzo fatto in una stazione la notte precedente, mentre noi abbiamo mostrato loro, altrettanto soddisfatti, i piloni autostradali pittati da Bibbito e Collettivo FX e, più avanti, le imponenti opere visibili dall’esterno delle Officine Reggiane. Check in dell’appartamento, poi una corsa per il pranzo (una delle migliori pizze in città divorata felicemente al sole, sulle panchine), ed eravamo finalmente pronti per il pomeriggio alle Reggiane. Vedere tutti soddisfatti mi riempiva il cuore di gioia, e riuscivo a stento a trattenere l’emozione all’idea di tornare finalmente nella mia amata fabbrica, per di più in compagnia di artisti che adoravo e di cui tanto avevo immaginato le opere, sui muri polverosi e imponenti dei capannoni delle Reggiane.
Pomeriggio alle Officine Reggiane e arrivo di Bisser e Digo Diego
Una volta entrati, osservando le facce felici e sorprese dei miei compagni di viaggio, mi sono tornate in mente le parole di Collettivo FX, quel lontano dicembre 2014 quando vi avevo fatto visita per la prima volta: “Questo posto è come un parco giochi per noi artisti reggiani”. Ovviamente quello che intendeva Collettivo, e che avrei vissuto personalmente in questi ultimi 3 anni, non era esaltare un atto illegale e vandalico, anzi tutto il contrario, era un voler affermare la gioia di ridare vita e dignità a un luogo storico, e di poterne godere, da un punto sia comunitario che artistico, in totale libertà.
Credo che una delle cose più entusiasmanti del girare all’interno delle Reggiane in compagnia degli artisti, sia il momento dell’esplorazione, in cui i loro occhi perlustrano le tante superfici a disposizione, a caccia di punti e di elementi che possano essere di ispirazione. Non mi stupisce mai, infatti, l’imprevedibilità delle singole scelte: a volte si resta tutti uniti in un unico ambiente, a volte ci si sparpaglia, altre volte gli artisti decidono di collaborare, dando forma a un progetto comune. Quest’ultimo è il caso di Kingsize e di Argo, che nell’arco del pomeriggio, confrontandosi e disegnando insieme, hanno realizzato un imponente morale che rappresenta uno scontro tra titani.
A facilitarli non poco nella realizzazione dell’opera il fortuito ritrovamento di una scala all’interno del capannone, su cui sono salita anche io, per aggiungere qualche piccolo elemento.
Nel capannone accanto, invece, i viennesi hanno iniziato a dare sfogo alla loro creatività, realizzando il primo di non so quanti pezzi. Mentre li osservo dipingere, concentrati ma sempre col sorriso stampato in faccia, faccio loro presente quanto amo, e quanto ho amato anche a Roma e a Napoli, questo connubio tra precisione, originalità e un’instancabile e direi quasi invidiabile produttività.
Nel corso del pomeriggio sono tante le persone e gli artisti che ci raggiungono: i ragazzi di Rurales Emilia, l’amico fotografo “Rambo”, l’amico e artista reggiano Reve+ che mentre chiacchieriamo si cimenta in una bella opera “buona la prima”, e infine, i tanto attesi Bisser dal Belgio e Digo Diego dalla Spagna. Tra una chiacchierata, un po’ di foto e un giro esplorativo, anche Bisser decide di dipingere, con un paio di tag sparse e uno dei suoi personaggioni che sembra uscir fuori da una finestra. Erano mesi e mesi che seguivo i suoi lavori “da fan” ed era elettrizzante vederlo dipingere dal vivo per la prima volta, per di più, appunto, in uno dei miei posti preferiti.
Il pomeriggio è volato via. Come spesso mi capita di fare nei miei numerosi viaggi in posti abbandonati, mentre stavo camminando con gli artisti ho rallentato per scattare una foto panoramica a distanza e immortalare quei colori del tramonto e quella luce calda del calare della sera che danno nuova vita al paesaggio decadente. E’ in momenti come questo che i tanti ricordi riaffiorano, il passato e il presente si intrecciano e i murales risplendono, mentre la prima parte della giornata volge al termine.
Serata a Reggio Emilia: cena di gruppo e bombing con 1UP e Psiko Patik
In un clima già allegro e un po’ confusionario il numero delle persone è andato crescendo esponenzialmente nell’arco della serata: prima una birretta al volo con foto di gruppo, e poi una lunghissima tavolata al pub, in compagnia di altri reggiani (immancabili Bibbito, organizzatore della jam del giorno dopo, e Lo Sbieco), una mia amica di Roma venuta apposta per la jam e il gruppo dei writer veneti.
Io e Kingsize dei 1UP, però, “fuggiamo via” prima degli altri, per incontrare Psiko Patik e iniziare la seconda parte della serata, ovvero a zonzo per la città, ovviamente armati di spray. Una lunga camminata, con tante soste e tanti pezzi su serrande, muri e un bel pannellone vicino a una pompa di benzina, ottimo spot ben visibile. Solo una breve sosta al pub a metà nottata per ricaricarci e aspettare che le strade sfollassero un po’. Ancora una volta mi sono goduta l’affiatamento generale, il rumore degli spray nelle strade deserte del centro, lo sguardo incuriosito e un po’ brillo dei pochi giovani passanti e le dediche a Urban Lives. Che dire? Ho portato un 1UP a Reggio Emilia, e ne sono felice.
Jam di primavera, organizzata da Graffiti Reggio Emilia
Iniziamo col dire che quando col Bibbito abbiamo iniziato a parlare della jam, mentre con Google Calendar in mano ci accordavamo per la data, ricordo che ero appena arrivata a Salonicco, in Grecia, a metà gennaio! Tanto ci è voluto, giustamente, per inviti e organizzazione. Fin da subito avevo avuto un’ottima sensazione, sia sulla riuscita che sulla grande partecipazione della gente, e così è stato. Oltre ai “miei” artisti stranieri, tra cui Cacao Rocks, purtroppo assente il giorno prima, sono arrivati writer e fotografi da tutta Italia: Ferrara, Ravenna, Bologna, Modena, Imola, Firenze, Roma, Milano, Brescia, Padova, Treviso. Un grazie, davvero di cuore, a Bibbito e ai ragazzi di Graffiti Reggio Emilia per l’organizzazione!
Ecco la line-up (partendo dagli artisti invitati da me, Urban Lives):
1UP (Germania) – Cacao Rocks (Grecia) – Bisser (Belgio) – Digo Diego (Spagna) – Skirl & Ruin (Austria)
Pitto ergo sum – alessio bolognesi – jah – La franz – paolo psiko – boogie – bacon – pocket clouds – andrea casciu – Loser aka pusha – bunker – lo sbieco – hang – reve + – psiko patik – ufo – over – Daniele Castagnetti – tackle – Rhiot – argonaut – valda – dielis – luogocomune – hazkj – koka – lante – shake – sharko – hot in public – alf – sour – urban lives – forma – bons – k2m – dissenso cognitivo – rock – kew – bage – ni an – insane – hehe – exit enter – djhonny – mitra – about ponny – tony gallo – bibbito – mono graff – bone yellow crew – il prof – sempre lucida – tasek – pepecoibermuda – Kami – Equs – dec dec – aeko – Innercodecs – nickle – tackle – insane – mark
Sì, stavolta pure Urban Lives è stato inserito nella line-up ufficiale, bizzarro ma bello!
Al contrario dell’ultima jam alle Officine organizzata da me (con il supporto di Reve+ e Collettivo FX) il 1 maggio 2016, la Jam di Primavera si è svolta quasi interamente lungo una parte del perimetro esterno delle Reggiane, e solo in minima parte all’interno. Non c’è jam reggiana senza musica hip hop, birre, panini e qua e là qualche erbazzone e lambrusco, il sole a farci compagnia, una splendida atmosfera e soprattutto una gioia collettiva nel rivedersi (con alcuni dopo tanto tempo) e nello stare insieme, divertendoci.
Non sono mancati, come sempre, i fotografi, tra cui Dante Cavicchioli, Nikka, Rambo, Anikafish e la mia amica b_magpie, gli appassionati (tra cui Guido e mamma) e i curiosi e anche i parenti, tra cui il bimbo di Mr Dada e la famiglia di Psiko Patik. Io, come sempre in queste occasioni, credo di non essermi fermata quasi mai. Visto il numero dei partecipanti e la lunghezza del muro credo di aver macinato parecchi chilometri. Prossima volta porto uno skateboard. Oltre ai frequenti giri per fotografare “gli artisti di Urban Lives” e controllare che tutto andasse bene, ho trascorso un po’ di tempo con Psiko Patik, che ha fatto un’altra mega combo con il 1UP, Reve+ e tanti altri, e ho riabbracciato e chiacchierato con un mare di amici che non vedevo da tanto, tra cui Pepe e Nikka di Parma (quasi un anno dal nostro viaggio in Lombardia), l’amico modenese Pitto Ergo Sum e il ritrovato mitico Andrea Casciu.
Ma nominare tutti è impossibile, sono tante infatti le amicizie che sono nate e cresciute davanti a un muro, a Reggio Emilia. Non mi stancherò mai di dire che è questo l’aspetto più appagante dell’arte di strada e del graffiti writing; grazie, quindi, ancora una volta alle Reggiane, palestra di artisti e luogo di incontro e connessioni, e ai ragazzi di Reggio per avermi aperto gli occhi e cambiato la vita, ormai da quasi tre anni.
Insomma, tutti si sono divertiti, anche i ragazzi stranieri si sono goduti il sole e il clima festaiolo, ringraziandomi più volte per l’invito e mescolandosi ad altri dei presenti e facendo nuove amicizie. Io ho cercato, nel mio piccolo e con i miei pochi mezzi di farli felici con qualche aneddoto sul posto e con un rifornimento di cibo e birra. Ci tengo sempre a ricordare che non ho sponsor, tutto è il frutto di una grande passione e di altrettanto grandi sacrifici.
La già memorabile jam, si è conclusa, come sempre, al tramonto. Convocati da Cacao Rocks, che avevamo “perso” dopo che a ora di pranzo si era addentrato a esplorare le Officine, io e un gruppetto di amici ci siamo spostati, guidati da lui, in un capannone interno. Qui, oltre a salutare gli altri ragazzi che si erano sparpagliati a dipingere, abbiamo ammirato la bella installazione di Cacao, interamente realizzata con materiali site-specific. Tra questi anche un cumulo di pietre che, ci ha spiegato l’artista, serviva per l’“esplosione di spray”, performance artistica che ci aveva precedentemente annunciato, e per la quale gli avevo suggerito di aspettare che fosse quasi buio e che un po’ di gente fosse andata via..
Avevo già visto alcune performance di Cacao in video su YouTube, nel suo studio ad Atene, ed è stato elettrizzante vederle finalmente dal vivo. Lascio che a raccontare e rivelarvi la dinamica dello scoppio e l’esperienza che abbiamo vissuto, sia proprio il video da lui realizzato alle Reggiane, pubblicato sul suo canale una volta tornato in Grecia:
Dopo il finale a effetto di Cacao, dopo i tanti abbracci e saluti con gli artisti in partenza, la giornata non poteva non finire con una gran mangiata; solita lunga tavolata, stavolta in un ristorante prenotato da me, uno dei migliori in città per i miei amati tortelli. Tanti amici, tanto vino, tanto cibo, tante risate. Un ultimo brindisi a Reggio Emilia, in attesa della tappa successiva del mio pazzo viaggio: Bologna, Làbas Occupato.
Photo credits: Ivana De Innocentis, B_Magpie, Flavia De Marco (Innesto), Diaphrame
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