Clorofilla Festival 2016: arte, creatività e partecipazione

Uno dei pochi recenti festival in Italia davvero degni di nota a livello organizzativo, qualitativo, comunicativo e sociale è, a mio parere, il Clorofilla, di cui ho avuto il piacere di scrivere anche lo scorso anno, seppur a distanza. L’evento è nato da un’idea del noto artista Ericailcane in collaborazione con La Casa dei Beni Comuni, un laboratorio cittadino che lavora sul territorio per offrire spazi sociali di condivisione. Come recita il programma ufficiale, con questo festival l’arte contemporanea esce dai musei e penetra nelle strade, entra in contatto con il territorio e stimola lo spettatore, perché si addentra nel suo “ambiente”.
Il Clorofilla, prima di essere un “festival di arte urbana”, è infatti un’occasione di incontro, di confronto, di conoscenza, di scambi di saperi, di arricchimento culturale e personale. Le persone sono il cuore dell’evento, l’arte è un appendice, un omaggio al territorio, un’ulteriore opportunità di dialogo e di riflessione.

CLOROFILLA l’arte di condividere il tempo from Ester Lange on Vimeo.
Gli artisti chiamati a dipingere nel 2016 per la seconda edizione, selezionati da una commissione di quattro art director, sono stati Hitnes, richiamato dopo aver partecipato alla prima edizione, il “gruppo dei sardi”, ovvero Andrea D’Ascanio, Andrea Casciu, Ciredz, Crisa e Kiki Skipi, e infine Run, Geometric Bang, Andreco, Canemorto, Infinite. Immancabili, ovviamente, Ericailcane e Bastardilla.
Sono tutti artisti di altissimo livello qualitativo, accomunati dall’amore per la natura e per progetti di valorizzazione sociale e territoriale. I murales sono stati realizzati all’interno della Casa dei Beni Comuni, in vari punti dislocati nel centro di Belluno, e nel vicino e caratteristico paesino Paderno.
Infatti, come mi hanno raccontato i ragazzi dello staff, la proposta di realizzazione di opere di arte urbana era stata inviata tanto al Comune di Belluno quanto ai centri abitati limitrofi, che dalla seconda edizione hanno iniziato a dimostrare curiosità e interesse per il Clorofilla.
Ciò può rappresentare l’inizio di un decentramento che potrebbe magari convogliare, nelle prossime edizioni, sempre più partecipazione e turismo verso le altre zone della provincia, stimolando così lo studio del territorio, nonché delle varietà di paesaggio, di flora e fauna e di prodotti tipici.
Il mio viaggio al Clorofilla Festival, a giugno 2016, è stato breve ma intenso: due giorni di full-immersion di arte, di esplorazione, di spiegazioni, di storie, in compagnia dei miei compagni di viaggio, Cesare Bettini di Imola, organizzatore del RestART Festival, e Flavia De Marco.
L’arrivo a Belluno è stato da togliere il fiato: un incantevole scenario naturalistico caratterizzato da corsi di fiume, aria di montagna, boschi e viali alberati, il tutto incorniciato dalle Dolomiti.
Quella che abbiamo trovato, appena arrivati nell’ex caserma, è stata un’atmosfera bella, al di sopra di ogni aspettativa. Fino a quel momento avevo avuto modo di assistere a tanti eventi e festival di arte urbana, e quello che spesso avevo trovato carente, al di là dell’aspetto curatoriale e organizzativo, era la scarsa assistenza agli artisti, il poco coinvolgimento della cittadinanza e una generale dispersione. Sotto tutti questi aspetti invece il Clorofilla è davvero un esempio da seguire. Qui, più che da uno staff, si viene accolti da una grande famiglia, premurosa e ospitale:

gente di CLOROFILLA /arti pubbliche condivise 2016 from Ester Lange on Vimeo.
Una cosa è certa, vi si respira tanto l’aria buona delle Dolomiti bellunesi quanto quella di casa.
Fin da subito ci è stato chiaro che l’obiettivo principale era quello di animare e dare vita a uno spazio comunitario innovativo, in cui l’arte, la comunicazione, il gioco, il confronto, il dialogo, le esperienze, la cucina e la creatività sono il motore.
La condivisione del tempo e la costruzione di spazi comuni sono state attività in continuo fermento: basti pensare ai pranzi sociali, ai giochi per grandi e piccoli, ai laboratori, alle proiezioni, ai concerti, ai live printing e alla tante altre attività che hanno fatto da sfondo agli interventi murali.
Non esistevano gerarchie, tutti erano sullo stesso piano: staff, artisti, amici, visitatori, partecipanti alle attività, parenti. Tutti potevano aiutarsi a vicenda, chiacchierare e trascorrere del tempo insieme, in totale armonia.
Gli artisti presenti durante la mia permanenza, ovvero Ericailcane, Bastardilla, Andreco, Crisa, Casciu, Kiki Skipi e D’Ascanio, hanno infatti alternato i momenti di pittura, quasi sempre circondati dai cittadini incuriositi e dagli amici, a pranzi sociali, musica, risate, birre, partite di biliardino e altri progetti artistici.
Figura 1.14 Kiki Skipi e altri artisti per Clorofilla Festival 2016 - Foto di Flavia De Marco
In quei due giorni mi è sembrato di aver fatto un milione di cose, mentre il tempo volava via: ho dato una mano quando possibile, curiosato nei vari spazi dell’ex caserma, scattato tante foto, chiesto ricette ai fantastici cuochi, fatto domande allo staff, chiesto pareri ai passanti attratti dagli artisti in azione, trascorso la prima serata a giocare a biliardino (e a vincere) in squadra con Ericailcane, ascoltato storie, chiacchierato ovviamente con tutti gli artisti presenti e assaporato i profumi, i colori e i sapori di cui eravamo costantemente circondati.
Il secondo giorno trascorso a Paderno, il piccolo paesino in provincia di Belluno incluso nell’iniziativa, dove l’artista Federico Crisa doveva terminare la sua opera, si è rivelato fondamentale per comprendere il grande affiatamento e l’ottima organizzazione.
Figura 1.15 Crisa per Clorofilla Festival 2016 - Foto di Ivana De Innocentis
Poche volte avevo assistito a una realizzazione di un murale più partecipata: una quindicina di persone, tra componenti dello staff e amici artisti, tutti insieme riuniti all’ombra del muro. Un’occasione anche per i passanti incuriositi per fare domande, raccontare qualcosa di Paderno, esprimere pareri, osservare con i propri occhi e godere del potere aggregativo dell’arte di strada e, in alcuni casi, per offrire altri muri privati da inserire all’interno degli interventi del festival.
Io e gli artisti presenti siamo stati inoltre invitati dallo staff bellunese a passeggiare per i vicoli del paese, a scoprire scorci caratteristici e osservarne i colori e, non ultimo, ad assaporare i prodotti di questo rigoglioso paese. Abbiamo infatti avuto il piacere di essere accolti da uno dei migliori ristoranti di Paderno, un ampio agriturismo con tanto di orto e piccola fattoria. Le tante e abbondanti portate servite sono state il frutto della passione e dell’amore per la terra dei due proprietari, che non hanno lesinato spiegazioni sui prodotti stagionali del menù del ristorante, quel giorno aperto appositamente per noi. Abbiamo ad esempio scoperto il dolce sapore dell’uva fragola appena colta e la grande presenza nella zona di cavolo nero, un ortaggio saporito e versatile ma che si vende poco poiché poco conosciuto come prodotto tipico. Dopo pranzo ci siamo concessi un po’ di relax, tra i pavoni, le galline, gli asini e gli altri animali della piccola azienda familiare, prima di fare ritorno alla postazione di Crisa.
Figura 1.16 D'ascanio, Ivana De Innocentis e Casciu, Clorofilla 2016, foto di Ivana De Innocentis
In macchina, attraversando i boschi, scorgendo le piccole casette bianche di montagna e in lontananza i colori del murale, accesi ma in perfetta armonia con la vegetazione e il paesaggio circostante, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia stata fortuna ad aver vissuto questa esperienza. Una conferma che l’arte di strada può non solo comunicare ma far comunicare: può creare connessioni e sinergie, può essere la scusa per un viaggio e una scoperta, può sorprendere ma anche e soprattutto avvicinare. Grazie, quindi, al Clorofilla Festival, per avermi ricordato quanto umanamente e culturalmente possa arricchire un progetto comune ben sviluppato, in cui non solo i muri ma le persone sono i protagonisti. Questi sono i “festival di street art” che piacciono a me.
Photo credits:
Alice Bettolo, Ilaria Sperandio, MarzioMinacori, Ivana De Innocentis, Flavia De Marco
Video credits: Alice Bettolo


 

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