Riccardo Lanfranco, in arte Corn79, propone per la prima volta a Torino, dopo un esordio milanese a giugno presso Studio D’Ars, la sua mostra Hybrids, a Torino presso la galleria Square23 fino al 20 gennaio 2015: tutte le opere presentate sono il frutto di anni di lavoro e sono state realizzate a quattro mani, in collaborazione con altri artisti.
Corn79 nel suo lungo e variegato percorso artistico si è cimentato in diversi lavori di squadra su carta, tele e muri, rievocando anche il concetto di crew del mondo del writing. Questo progetto dimostra quindi essere un’ulteriore e più complessa tappa di questo percorso: davanti a tante tele eseguite a quattro mani con nomi risonanti del panorama nazionale di arte contemporanea ci si perde nelle geometrie e nelle forme astratte, eseguite con stili diversi ma accostate e intrecciate con grande maestria.
Personalmente considero questo progetto non solo artisticamente unico e interessante ma ammirevole sotto diversi punti di vista: mettersi in gioco, sperimentare, confrontarsi e collaborare sono certamente il frutto di una carriera consolidata ma dimostrano anche coraggio e umiltà.
La mia speranza è che sia da esempio per altri artisti nazionali: innovare e cooperare non possono che essere un’importante spinta costruttiva per l’arte urbana.
Artisti coinvolti: 108, Andrrea, Aris, Etnik, Eon75, Fabrizio Visone, Francesco Barbieri, Giorgio Bartocci, Giulio Vesprini, Hide, Jeroo, Mach505, Made514, MrFijodor, Proembrion, Rems182, Reser, Romi, Ruas, Vesod, Zoer, ZorkMade.
In occasione della mostra ho avuto il piacere di intervistare Corn79, sul progetto ma anche più in generale sulla sua carriera artistica e sul suo punto di vista sull’arte urbana:
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Quando e come ti è venuta l’idea di realizzare tele a quattro mani?
Innanzitutto ciao! Hehehe, l’idea è nata nel 2012 con la prima collaborazione con Rems182. Trovandomi a riflettere su varie polemiche fra artisti urbani sono finito a focalizzarmi su uno degli aspetti per me più belli dei graffiti, ovvero la collaborazione fra amici e la grandi soddisfazioni provate nel corso degli anni andando a dipingere con alcuni dei miei miti nell’ambito del writing. Di qui l’idea è nata spontanea, perché non portare in ambito “fine arts” il concetto di collaborazione? Una via incredibilmente ricca di spunti per sperimentare e mettersi in gioco.
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Come è stato sviluppato il progetto? Hai iniziato tu parte del lavoro e dato carta bianca agli altri artisti sulla loro parte di esecuzione e sulle tempistiche di consegna?
Ho cercato di dare massima libertà a tutti, cercando solo di dare delle scadenze, generalmente iniziavo io le opere e davo degli spunti al mio compagno di canvas, con alcuni (i più vicini geograficamente, o le persone con cui ci vediamo più spesso) ci siamo ripassati i pezzi più volte.
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Con chi vorresti collaborare ma non hai ancora avuto modo e occasione di farlo?
Ce ne sono troppi, ma non avendoli ancora contattati personalmente non vorrei parlarne qua… Sono però forse più interessato ad approfondire alcune collaborazioni ben riuscite (ad esempio mi piacerebbe realizzare una scultura con Zork ed Etnik…) e a tirare in mezzo artisti non legati al movimento urban.
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Con qualcuno degli artisti di Hybrids hai avuto qualche difficoltà o scontro artistico?
Hahahah, possiamo saltare questa domanda?!? Da alcune si evince anche dal risultato finale del lavoro, altre sono saltate direttamente! Non tutte le persone hanno la capacità di sedersi e ragionare su un progetto del genere, ci vuole pazienza e mente molto aperta…
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C’è qualche aneddoto particolare, rilevante o divertente che ci puoi raccontare sull’esecuzione delle opere?
Nulla in confronto a quello che succede realizzando le opere per strada!
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Che sensazioni speri di provocare nello spettatore di questa mostra?
La mia ricerca è rivolta al bello, che sia oscuro o solare, per cui spero che le persone abbiano trovato armonia in molti dei lavori.
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Dopo l’esposizione da Studio D’ars e da Square23 speri di proseguire in altre città?
Hybrids non ha una scadenza, mi piacerebbe continuare finché mi darà stimoli, sicuramente farlo girare in altre città ma non prima di aver prodotto nuovi pezzi, non nell’imminente futuro, comunque.
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A quali tele sei più affezionato?
Alla fine a tutte, anche se le meglio riuscite per la mia personale sensibilità sono quelle con Etnik, Zork ed Aris, con loro si è creata una sinergia perfetta.
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Hai già in mente la tappa successiva del tuo percorso artistico?
Ho sempre molte idee per la testa, vedremo quali andranno in porto…
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In qualche modo con questa mostra speri di essere di ispirazione per altri artisti, meno inclini a collaborare?
Non penso di poter cambiare la mentalità delle persone, mi piacerebbe, come dicevi nell’incipit, che molti si approcciassero con più umiltà al mondo dell’arte urbana… Ad essere spocchiosi c’è solo da perdere.
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Quale direzioni speri prenda l’arte urbana in Italia?
Sincero? Non vedo nulla di buono nel nostro futuro, i bei tempi sono quelli passati.