Ha un luogo, Palazzo Pepoli, Via Castiglione 8 a Bologna una delle sedi espositivi di Genus Bononiae; una data, dal 18 marzo 2016, e due curatori: Luca Ciancabilla e Christian Omodeo.
Gli artisti? Non sono ancora listati.
Il nome? Street Art – Bansky & Co. L’arte allo stato urbano.
Cosa vi consigliamo: di non andarla a vedere, non contribuite alla crescita di questo sistema.
Si annuncia che “questa forma d’arte è raccontata nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità”.
Nelle discusse dichiarazioni/scuse prima della mostra, l’esimio Professor Fabio Roversi-Monaco (a cui fino a 3 anni fa dei “graffiti” non importava nulla, sua dichiarazione ma… è una mostra sui “graffiti”? e cosa si intende con questi “graffiti”?) aveva dichiarato rispetto agli stacchi: “Abbiamo costituito un’associazione onlus ed è una cosa completamente separata dalla mostra. Non c’entra nulla nè la Fondazione Cariplo, nè Genus Bononiae, cose totalmente distinte”.
Perché nel suo privato il professore fa “quello che voglio e non c’entra nulla Genus Bononiae”. Sì, nulla, perché anzi ha il dovere di mostrare quanto di valido c’è in città e provincia, certamente con una scelta a sua cura.
Infatti la Fondazione Cariplo non c’entrerà con gli stacchi ma fa parte dell’operazione.
“Non c’è nessun intento speculativo in questa vicenda”, continua in un’intervista radio Roversi. L’ingresso alla mostra costerà 13 Euro.
Lo schema è quello italico consolidato: mentire, smentire e dividere tutto in piccole scatole così da lasciare pulito lo scatolone quando alcune uova marce si romperanno al loro interno.
“Non ritengo di aver violato alcuna regola giuridica”, e speriamo sia così per lei Professore, anche se non crediamo che i suoi “amici” procederebbero nei suoi confronti.
Buona resistenza e pazienza a tutti!
E buona derattizzazione!
Fonte: Radio Città del Capo
https://www.radiocittadelcapo.
La tanto discussa mostra “degli stacchi” a Bologna ha una data
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