Fino al 5 dicembre si è tenuta presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze una mostra davvero unica nel suo genere: “Terra Guasta: T.S Eliot e la street art”. L’esposizione è stata ispirata dal poema di T.S. Eliot “The Wasteland”, i cui versi sono stati rivisitati da alcuni dei più importanti artisti del panorama italiano di arte urbana.
Il progetto, senza finalità di lucro e finanziato dal basso, ha prescelto come sala espositiva uno spazio pubblico cittadino, per ciò che questo luogo contiene e rappresenta, con l’obiettivo di portare l’arte e il pensiero critico in un luogo accessibile a tutti, così come fa l’arte di strada con gli spazi urbani, condivisi.
La mostra si è tenuta in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del poeta, scrittore e drammaturgo T.S. Eliot.
Da laureata in Lingue e Letterature Straniere e amante dell’arte di strada, non posso che ammirare una simile iniziativa. Un progetto portato avanti con passione e con grande cura dagli organizzatori. Niente è stato lasciato al caso, soprattutto ho ammirato quanto sia stato esplicato con chiarezza e posto l’accento sul collegamento tra il poema di T.S.Eliot e la street art. La Terra “guasta”, traduzione corretta di “waste”, denuncia la crisi della società e dell’uomo, la desolazione esteriore e interiore. Inutile dire che anche l’arte di strada è nata come forma di critica sociale. Arte non convenzionale che, spesso, rompe gli schemi, porta a una riflessione, fa emergere problematiche, sociali o territoriali.
Gli artisti che sono stati chiamati a partecipare sono: Bue2532, Frenopersciacalli, Giorgio Bartocci, Run, Exit Enter, Hopnn, Nemo’s, Collettivo FX, Halo Halo, Guerrilla Spam, Gloois, Centina, Urto, Fone, Roberto Pupi.
Ho avuto il piacere di partecipare all’inaugurazione della mostra, occasione anche di conoscenza degli organizzatori e di incontro con tanti degli artisti che esponevano, o di passaggio per una visita e un saluto. Una giornata bellissima e davvero emozionante: mi ha fatto un certo effetto vedere esposte tante tele di artisti di strada, all’interno di uno spazio storico e suggestivo come la Biblioteca Nazionale. Luci soffuse, i versi di T.S. Eliot esposti sotto ad ogni opera, la musica di sottofondo e le immagini degli artisti intervistati che scorrevano su un grande schermo posto all’ingresso.
Colori cupi, riferimenti alla desolazione interiore dell’uomo, scorci di panorami urbani corrotti di una società moderna malata, spazi abbandonati e degradati, queste e molte altre le tematiche emerse.
Arte e cultura per sensibilizzare il pubblico, opere portatrici di un messaggio forte. Una mostra che lascia il segno.
Photo credits: Chiara David, Terra Guasta