10 giorni a Roma e Napoli con i viennesi Skirl e Ruin

Ritorno del viennese Skirl in Italia, con l’amico e artista Ruin

Quando ad agosto io e Skirl ci siamo conosciuti, girando sempre con acqua e bombolette in una splendida Roma semideserta, tra fabbriche abbandonate, stazioni dei treni e quartieri popolari, ho avuto la netta sensazione che fosse solo il primo di tanti incontri e soprattutto che fosse l’inizio di una bella amicizia. Quando ci siamo salutati, infatti, quel “ci vediamo presto” aveva il sapore di una certezza e di una promessa. La mia sensazione ben presto si sarebbe rivelata esatta.
Da quel giorno io e Skirl siamo rimasti in contatto, chiacchierando un po’ di tutto e scambiandoci pareri e opinioni su artisti, novità, su quello che succedeva a Vienna e sulle mie trasferte (Berlino e Atene su tutte). Nello stesso periodo ho contattato altri artisti viennesi altrettanto talentuosi suggeriti da lui, tra cui il suo grande amico Ruin.
E, proprio insieme a lui, a distanza di soli tre mesi, Skirl ha fatto finalmente ritorno a Roma.

7 giorni romani tra pizza, murales, ex fabbriche e tag

Sono tanti gli artisti che sono stati miei ospiti in questi due anni. Qualcuno di passaggio e in cerca di ospitalità, qualcuno per una visita a me e alla capitale, qualcuno per progetti specifici curati e a volte ideati da me. Guardandomi indietro, penso che tutte queste occasioni sono state determinanti nel mio percorso di scoperta dell’arte di strada italiana e internazionale, e il passaggio di ogni singolo artista, ciascuno con la sua attitudine e la sua storia, ha rappresentato un’opportunità, tanto umana quanto conoscitiva e relazionale.
Una cosa è certa, tra gli artisti con cui mi sono divertita di più a Roma ci sono proprio i due viennesi, Skirl e Ruin, raggiunti poi negli ultimi giorni di permanenza da un loro amico videomaker.
Oltra all’allegra compagnia ho apprezzato molto la varietà di esperienze vissute nei dieci giorni trascorsi insieme, complice le bellissime giornate di sole e il clima inverosimilmente mite per un inizio di dicembre. I due artisti, tra i più attivi e noti nella città di Vienna, compagni di crew, di pittate, progetti lavorativi e avventure, sono arrivati a Roma con una grande voglia di lasciarsi alle spalle le gelide temperature austriache, e di approfittare di ogni singolo momento del loro viaggio italiano per dipingere, lasciare un segno, divertirsi.
Poche volte ho visto in altri artisti una tale energia ed entusiasmo e una tale quantità di pezzi realizzati (più o meno uno a testa al giorno) e/o di tag seminate in giro. E ci tengo a precisare che, nonostante la grande produzione, i due risultano sempre originali, tecnicamente encomiabili e velocissimi nella realizzazione.
Skirl e Ruin sono due persone fantastiche, sempre sorridenti, con la battuta pronta, disponibili, propositivi e indipendenti: i coinquilini perfetti. Il tempo trascorso a casa è davvero volato via tra litri di caffè, pizza a palate, tanti piatti di pasta (ho tentato invano di far capire che la pasta è un primo piatto e non un contorno), racconti di vita e aneddoti, foto di viaggi, condivisioni di idee, il confronto tra le nostre abitudini e i nostri stili di vita, considerazioni generali su qualsiasi argomento (dal graffiti writing alla politica) e, ovviamente, tante, tante risate.
Nel tempo trascorso fuori casa abbiamo macinato tantissimi chilometri, esplorando quartieri e andando a caccia di avventure. Io li ho seguiti quando ho potuto, saltando qua e là qualche uscita a causa impegni di lavoro.
Nel corso dei dieci giorni, di cui due in trasferta a Napoli, ci siamo addentrati insieme in due fabbriche abbandonate. Nella prima, quella in cui avevo già portato Skirl ad agosto e poi a seguire Vegan Flava, Ken Plotbot e Nar, praticamente curando quello che potrebbe essere definito un “museo Urban Lives”, ci siamo trattenuti solo per qualche ora. Il tempo di fare un rapido giro e di scattare alcune foto all’installazione dell’artista greco Nar, e ci siamo ritrovati nella “stanza di Vegan e Ken”, ricca di vegetazione e resa luminosa dall’assenza parziale di soffitto.
Le due pareti scelte da Skirl e Ruin, una di fronte l’altra, erano collocate in una posizione strategica anche da un punto di vista di illuminazione e composizione. Nel giro di meno di due ore Skirl ha realizzato un monocromatico disegno astratto, con il suo consueto stile, che a distanza sembra quasi rappresentare una mappa o un’intersezione di strade, mentre l’amico Ruin ha optato per un grande pesce grigio immaginario e diviso a metà. Come avrei scoperto nel corso di lunghe chiacchierate con lui la natura, e in particolare pesci e insetti delle specie più strane, sono per lui grande fonte di ispirazione.
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IMG_20161207_080958Nella seconda ex fabbrica in cui li ho portati, con tanti spazi da esplorare, ci siamo inizialmente divisi: io sono andata a scattare qualche foto all’installazione dell’artista Nar, realizzata 2 settimane prima eppure ancora intatta, mentre loro sono andati a caccia di muri. Mi sono poi ritrovata con Skirl. Mentre lui dipingeva un’altra grande e affascinante figura a metà tra il lettering e l’astrattismo, io scattavo qualche foto e gironzolavo, lasciando in giro un paio di tag. Una volta finito il suo pezzo a Skirl è venuta l’insana idea di arrampicarsi fino in cima all’ultimo piano, a dir poco pericolante, per tracciare un paio di scritte che fossero ben visibili anche dai treni, di passaggio a meno di un chilometro.
Confesso che quei dieci minuti per me sono durati una vita, poiché non c’era modo da sotto di capire quello che stava succedendo, ma il risultato finale è una bellissima scritta “Urban Lives” che troneggia nel quartiere e per il quale l’ho ringraziato felice. In un altro angolo della fabbrica, in una suggestiva area in cui il tetto è interamente crollato, Ruin ha nel frattempo realizzato un’opera astratta su una parete e uno strano ma affascinante groviglio di insetti dai colori brillanti su quella di fianco.
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Non sono mancate poi altre opere in città, due delle quali purtroppo coperte poco dopo ma immortalate grazie agli scatti di Antonio Doldo (che io e gli artisti ringraziamo!) e un murale realizzato da Ruin di fianco a quello di Skirl a San Lorenzo. Le 7 giornate nella capitale sono state davvero fitte di eventi e di iniziative. Oltre a un mare di tag, un paio di stazioni, un paio di serate al pub, abbiamo trascorso una giornata al centro sociale Villaggio Globale per prendere parte al mercatino organizzato da Re-Visioni in occasione dell’inaugurazione del murale di Sten&Lex, e una bellissima serata allo spazio autogestito Scup in compagnia di due loro amici writer greci, mentre veniva proiettato WILD STYLE (per chi non lo sapesse, film di culto ambientato nella New York anni ’80 città tra hip hop, breakdance e graffiti writing). Insomma 7 giorni davvero intensi e speciali.
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Weekend partenopeo in compagnia di Lume

A metà della loro permanenza romana abbiamo improvvisato un weekend a Napoli, in cui Skirl sognava di tornare e Ruin non era ancora mai stato. Il venerdì, con grande velocità organizzativa (di cui mi stupisco anche io) ho affittato un appartamento, comprato i biglietti del treno e soprattutto contattato tutti gli artisti di Napoli che avevo avuto il piacere di conoscere tra cui Gianluca Raro e Lume. Il primo purtroppo impegnato per lavoro, ci siamo ritrovati a trascorrere due pazze giornate in compagnia di Lume, che si è dimostrato forse una delle migliori guide delle mie tante trasferte all’insegna dell’arte di strada. Non parlo ovviamente di una guida in senso classico, che ti porta a fare il consueto itinerario di muri e di un paio di trattorie: lui, in due giorni, ci ha fatto vivere e assaporare il lato più verace e popolare di Napoli e della sua cultura underground.
Se dal punto di vista culinario abbiamo apprezzato uno dei migliori caffè della città e una immancabile pizza, da un punto di vista artistico abbiamo visitato gli splendidi Quartieri Spagnoli, interamente dipinti dai napoletani Cyop&Kaf (un sogno realizzato per Skirl) e abbiamo vissuto due esperienze davvero speciali.
Avete presente la Cappella Sansevero, tra i più importanti musei di Napoli, in cui è possibile ammirare la famosissima scultura in marmo del Cristo velato? Ecco, proprio a pochi metri dall’ingresso, in cui è facile imbattersi in un’interminabile fila, ci siamo ritrovati alle due del pomeriggio di sabato, orario di punta, protagonisti di una pittata spontanea tra le più hardcore della storia di Urban Lives. Gli artisti, nella maniera più naturale possibile, e comunque con la benedizione di due commercianti vicini, hanno tirato fuori vernici e bombolette e hanno iniziato a dipingere nello “sgarrupato” Vicoletto S. Domenico Maggiore.
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Io, come sempre in queste situazioni, mi sono goduta le reazioni dei passanti, tra l’incredulo e l’incuriosito, rispondendo alle domande di alcuni di loro e facendo anche da interprete, e naturalmente scattando foto. Tra i momenti più significativi l’arrivo di un gruppo di bambini che guardavano a bocca aperta il grande pesce tracciato da Ruin, quello di un singolare Babbo Natale che ci ha intrattenuti per cinque minuti con battute napoletane e, udite udite, il passaggio inaspettato del sindaco di Napoli. Le tre bellissime opere realizzate, che potete se volete aggiungere al vostro itinerario d’arte, hanno raccolto i consensi di praticamente tutti i locali e i passanti e la pittata è stata soprannominata da Lume “Street in the stritt”. Pomeriggio indimenticabile. La serata si è conclusa in compagnia di artisti, writer, amici e amici di amici, a zonzo tra i vicoletti del centro storico, con tanto di pittate e tag.
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L’indomani Lume ci ha invece portato a dipingere nel Complesso di Santa Fede Liberata, abbandonato per almeno un ventennio e ora piano piano riportato in vita grazie a iniziative culturali e artistiche. Vi hanno ad esempio già dipinto Lume, Zolta e Ryan Spring Dooley.
Grazie al consenso dell’associazione che lo gestisce, abbiamo avuto accesso ai piani superiori, che versano ancora in stato di semiabbandono. All’ultimo piano i tre artisti, ognuno in una stanza diversa, si sono fermati a dipingere. Una “foresta di piante, minerali e oggetti vari” per Lume, una grande e suggestiva figura umana Skirl e infine una composizione di Ruin con cui ha omaggiato, con vari simbolismi, la storia del luogo.
Una volta finito di dipingere abbiamo salutato con grandi abbracci Lume e i suoi amici, ci siamo concessi un’ultima sosta tra cuoppi e sfogliatelle e poi siamo ripartiti alla volta di Roma, stanchissimi ma carichi di colori, di profumi, di gioia.
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IMG_1298Ultime giornate romane e un “a presto”

Le ultime giornate, le più pazze da un punto di vista di giri notturni immortalati dall’amico videomaker, sono davvero volate. Le tante adrenaliniche esperienze urbane sono state però intermezzate da una rigenerante giornata in campagna, alle porte di Roma, a godere un po’ di relax e di natura, una vista mozzafiato della città e uno dei più bei tramonti di cui ho memoria, del mese di dicembre. Insomma, in 10 giorni non ci siamo fatti mancare davvero niente.
Il saluto finale alla stazione, baciati ancora una volta dal sole, è stato per me meno traumatico del previsto (odio salutare gli artisti in partenza). Quella che ad agosto con Skirl era una speranza di un secondo incontro si era stavolta trasformata in un’assoluta e rassicurante certezza. Ciò non toglie, ovviamente, che il momento dei saluti è stato davvero emozionante. Ma stiamo già progettando il prossimo incontro e io non vedo l’ora.
Click HERE for English version.
Maggiori informazioni:
SKIRL Profilo Facebook / Instagram
RUIN Profilo Facebook / Instagram
Foto credits: Ivana De Innocentis, Antonio Doldo, Skirl, Ruin

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