Cerchio G016: opera di Vesprini a Porto Sant’Elpidio

Come mi ha raccontato Vesprini il linguaggio che ha usato rappresenta la sua attuale ricerca sulla forma che cerca, appunto, di far sposare sempre al luogo che la ospita e che in parte la circonda. La divisione su più piani di colore è derivata dal fatto che ha avuto diversi divieti legati all’uso di colori semaforici tipo rosso-verde-arancio essendo questo uno stabile Enel ed esposto alla strada, per cui colori forti potevano dar fastidio a chi guida: ha quindi virato in scale di rosso più tenui pur mantenendolo nella composizione floreale.
Il suo lavoro dal 2013 ruota intorno al termine ARCHIGRAFIA, in parte titolo di questa opera, e titolo dei suoi prossimi workshop che porterà in giro per l’Italia nel 2016.

Archigrafia rappresenta le due principali scuole che ha fatto e sopratutto uno studio sul comportamento di un volume architettonico prima grigio poi dipinto. Cosa succede quando la grafica incontro l’architettura. Possono i murales far tornare a parlare un’architettura?

Indago questo tipo di comunicazione con il concetto di archigrafia, che delinea per me una nuova avventura progettuale, poco usata sia dagli artisti che sopratutto dagli architetti, che si sono dimenticati i valori sociologici che un progetto dovrebbe avere analizzando i luoghi, gli abitanti il contesto.

Lo spaccato botanico è legato invece alle sue installazioni naturali con le quali rappresenta la rinvilita della natura sull’uomo, la quale si riprende ciò che era suo.