Chi conosce la galleria Laszlo Biro a Roma (Pigneto) sa quanto siano originali le loro mostre: gli artisti che hanno esposto presso i loro spazi nel corso del tempo hanno dormito presso la galleria, vandalizzando oggetti e muri (Hogre), hanno lasciato che le loro opere potessero essere staccate e portate via al finissage (UNO) o che addirittura prendessero fuoco, come nella “camera ardente” di Guerrilla Spam + Hogre. Questi sono solo alcuni esempi, ma significativi di quanto questa realtà si differenzi dalle altre: con le sue iniziative potremmo dire che Laszlo Biro è spesso a metà strada… tra la strada e la consueta galleria.
Il nuovo esperimento di Laszlo Biro vede protagonista stavolta UNO, artista russo vissuto a Roma, noto soprattutto per le raffigurazioni su strada del “bambino della Kinder”, spesso affiancate dalla scritta “I don’t care about uno“. Da appassionata quale sono di storie e biografie degli artisti indago e scopro che durante un periodo vissuto in Germania UNO conosce Günter Euringer, colui che tanto tempo prima aveva prestato il suo volto per la vecchia confezione delle barrette Kinder, e, ancora adolescente, si entusiasma tanto alla sua storia da renderlo il protagonista assoluto di tutta la sua produzione artistica.
Lo ritroviamo anche a Laszlo Biro, in quella che, come ci tengono a precisarmi i galleristi, non è una mostra ma un’installazione temporanea che trasforma lo spazio della galleria in un gift shop, prendendo spunto dal leggendario Pop Shop che Keith Haring inaugurò nel 1986 a New York. I consueti poster, collage e decoupage di UNO cedono stavolta il posto a oggetti e gadget personalizzati direttamente dall’artista; come affermano i galleristi “la pricelist, da elemento defilato, diventerà il totem-manifesto di tutta l’operazione, ponendo l’accento sul sottile confine che divide mercato e mercificazione dell’arte. Una girandola concettuale che mette in gioco gli elementi portanti dell’opera di UNO: la serialità, l’immaginario Pop e la lezione situazionista di Guy Debord”.
All’allegra inaugurazione di FLOP SHOP, Hard Discount of Fine Arts, ci siamo immersi nella ripetitività delle sue opere e nei colori pop fluorescenti e abbiamo naturalmente comprato alcuni degli oggetti in vendita.
Abbiamo anche colto l’occasione per sperimentare un nuovo servizio fotografico a 360 gradi con tecnologia Street View e visualizzabile tramite Google Maps. Si tratta di uno tra i servizi che offriremo a breve per le gallerie, eventi e manifestazioni di street art che permetterà di visitare virtualmente un luogo anche dopo il termine dell’evento.
Il servizio e la foto è a cura di Giulio Riotta Photography, staff di Urban Lives:
Maggiori informazioni:
Dal 28 Marzo fino ad esaurimento scorte
Mar-Sab 16.30-19.30
Via Braccio da Montone 56
00176 (Pigneto) Roma