Sono sempre stata appassionata di fotografia. Sono ovviamente appassionata di street art. Potete quindi immaginare la mia gioia nell’aver curato gli interventi di arte urbana all’interno di un Festival Internazionale di Fotografia, per di più nella mia città. L’occasione è arrivata con la XII edizione del Festival Fotoleggendo, organizzato da Officine Fotografiche a Roma Garbatella: un festival che si distingue per il taglio moderno e innovativo, per la volontà di sperimentare, di mettere in mostra nuovi talenti, di guardare avanti.
Con il tema di quest’anno si è scelto di puntare sulle “Contaminazioni”: una scelta coraggiosa e premiata dal pubblico, considerata la grande affluenza in questa prima settimana. Una delle sfide di quest’anno, da me raccolta con entusiasmo, è stata appunto quella di inserire all’interno della programmazione un live painting di “street art”, che abbracciasse, in senso ampio, il tema della fotografia.
Dei 6 artisti da me selezionati l’unico assente è stato Pepecoibermuda, purtroppo bloccato a casa dall’influenza. Gli altri 5 artisti, Nemo’s, ADR, Psiko Patik, ESPI e Riky Boy, tutti giovani di grande talento e diversi per storia e caratteristiche, hanno reinterpretato il tema della fotografia. Sono inoltre stati da me invitati a sperimentare e a “contaminare” la propria opera utilizzando tecniche diverse. Il risultato è stato davvero entusiasmante e ha raccolto i consensi dei tanti visitatori, che sabato 11 sono passati ad assistere al live painting.
La preparazione al live painting a cura di street art e Officine Fotografiche
Nei giorni precedenti all’evento il tempo ci ha concesso poche tregue: due giorni di pioggia incessante hanno reso problematica la preparazione e l’imbiancamento dei cinque muri di via degli Argonauti, la strada prescelta, a pochi passi dalla sede di Officine. E così ci siamo ritrovati a dipingere negli orari più disparati, inclusa la notte prima dell’evento: un’occasione però per confrontarci e scambiarci pareri, oltre che per divertirci e stare insieme. Ringrazio Laura Lolli di Officine Fotografiche, anche a nome degli artisti, per l’aiuto prezioso nell’imbiancamento dei muri e per l’assistenza costante, a me e agli artisti.
Sole, palloncini colorati e contaminazioni artistiche su strada
La mattinata di sabato 11 giugno è iniziata con le ultime spese di spray e materiali e con un bellissimo sole che ci ha accompagnati, fortunatamente, per tutta la giornata. Gli artisti si sono iniziati a preparare al live painting, il cui ufficiale orario di inizio è stato alle 16: colori, pennelli, bombolette, stencil, schizzi su carta, fotografie, aste e rulli sono stati pian piano disposti lungo la via.
La mattinata si è lavorato con calma e con grande armonia: Nemo’s ha iniziato osservando il muro per definire mentalmente i dettagli dell’opera e per capire come sfruttare al meglio le caratteristiche della superficie a disposizione; ESPI tracciando la base del suo disegno; Riky Boy iniziando a tracciare i primi rami, Psiko Patik selezionando la foto di famiglia da trasformare in murale, chiedendo pareri anche agli altri; ADR intagliando stencil e preparando il colore. Ognuno davanti al suo muro, ma tutti accomunati dalla voglia di osservare, prendere ispirazione e confrontarsi con gli altri. Non sono mancati, infatti, momenti di aiuto reciproco e momenti di pause, chiacchierate e risate. E, a proposito di risate, uno dei momenti più divertenti della mattinata è stato il lancio dei palloncini riempiti con pittura arancione da ADR, per andare a creare la base della sua opera: quasi un momento di festa. Tutti infatti siamo stati invitati al lancio, tra lo sguardo incuriosito e divertito dei passanti, dei fotografi presenti e dello staff di Officine Fotografiche.
Non solo un bel momento ma anche una bella dimostrazione che arte di strada può non essere solo abbellimento estetico e creatività ma anche un’opportunità per stare insieme, dare vita a momenti e lavori collaborativi e, perché no, di vera connessione tra le persone. Anche questa è una forma di contaminazione.
Le opere realizzate da Nemo’s, ADR, ESPI, Riky Boy, Psiko Patik: omaggio creativo alla fotografia
Nel pomeriggio, dopo tante ore di preparazione, ci siamo ritrovati finalmente nel cuore del Festival di Fotoleggendo: tanti i partecipanti che, dopo aver visitato le tante mostre sparse per le strade e i locali limitrofi, si sono affacciati per osservare gli artisti all’opera, per fare domande, per scattare fotografie.
Le opere lentamente hanno presa vita, suscitando la crescente curiosità mia e dei passanti.
Nemo’s ha colto l’occasione per lanciare un’immancabile messaggio di critica sociale, stavolta rivolto alla vanità che caratterizza sempre di più il nostro modo di porci e di comunicare. Il suo consueto personaggio è infatti stavolta rappresentato mentre è intento a scattarsi un “selfie”: un esercito di mani gli contrae la pelle, il sorriso, gli occhi, costringendolo a un’espressione falsa e caricaturale.
La società ci impone di apparire, sempre e comunque, di mostrare un lato poco veritiero, di fingere, di sorridere. L’opera è rimasta in attesa degli ultimi ritocchi da parte dell’artista, che ripasserà presto a Roma a terminarla, ma è certamente già spettacolare e di grandissimo impatto visivo. E’ stata realizzata con pittura, manca ancora la componente poster.
Proseguendo verso via Ostiense l’opera successiva è quella del romano ADR, da me intitolata “Amore istantaneo”, che riprende la famosa opera di Banksy “del bacio” ma con due polaroid al posto delle teste. Realizzato con pittura, spray e stencil, il murale vuole essere un richiamo al mondo della fotografia ma anche alla distanza che i mezzi di comunicazione si frappongono tra le persone.
Dopo ADR l’opera astratta e coloratissima di ESPI, che rappresenta il diaframma della macchina fotografica, al centro del quale l’artista ha posto una foto stampata su carta e incollata: si tratta di una foto allo stesso muro, immortalata prima di essere ritinteggiato di bianco, quindi coperto di scritte e tag. Espi sembra invitarci a non dimenticare la memoria dei luoghi, possibile anche grazie alla fotografia.
Riky Boy per la sua opera si è lasciato ispirare dalla natura e dalla sua terra, che ha voluto trasportare su parete. Girando in boschi e parchi in inverno ha infatti immortalato con la sua immancabile macchina fotografica particolari di alberi, del suo paesino vicino Milano. Ha poi stampato le foto su carta, usandole come punto di partenza per la sua opera di Fotoleggendo: ha prima ricreato con la pittura lo scenario ritratto nelle immagini, cupo e introspettivo, e ha poi applicato e incollato le foto, disponendole in punti diversi del muro, andando a incastrarsi con la rappresentazione sottostante. Ha infine aggiunto alcuni elementi ricorrenti nelle sue recenti opere, tra cui le chiavi e le serrature, e alcune macchie verdi realizzate a bomboletta, così piccole da essere quasi impercettibili.
Riky Boy, attraverso la pittura e la fotografia, intende condurre l’osservatore al di là del muro, condividendo un suo ricordo, un paesaggio, un’emozione. Il murale, come una fotografia, è un punto di fuga, la chiave per un viaggio virtuale in un altro scenario, in un’altra realtà.
A concludere la fila dei lavori, quello di Psiko Patik: appassionato di vecchie foto di famiglia in bianco e nero, in cui le espressioni dei volti e alcuni elementi presenti spesso lasciano trasparire un senso di inquietudine e di spaesamento, ne ha scelta una particolarmente rappresentativa, da raffigurare su muro, ovviamente rivisitata e personalizzata. Le “famiglie” di Psiko Patik sono diffuse a Reggio Emilia e in tante altre città: in tutte le sue opere è evidente la volontà dell’artista di rappresentare la “anormalità della normalità”. In questo caso i volti dei tre componenti ritratti, i genitori e un neonato, sembrano rappresentare la classe medio-borghese: vestiti eleganti, i soggetti posano elegantemente davanti al fotografo, ma i loro volti sono privi di espressione, privi anche di naso e di bocca, e gli occhi senza pupille solcati da profonde occhiaie, mentre elementi colorati li circondano e mettono in risalto. Un evidente invito a guardare al di là dell’apparenza, che può celare oscure verità.
Considerazioni e ringraziamenti
La giornata è trascorsa senza intoppi, tra la soddisfazione e i sorrisi di tutti. Oltre al live-painting io e gli artisti, sia sabato che domenica, abbiamo avuto l’opportunità di vendere stampe e disegni realizzati a mano, nonché le nuove shopper Urban Lives, presso un banchetto messoci a disposizione da Officine Fotografiche. Alcune delle opere, e le shopper, sono ancora in vendita presso la libreria, per tutta la durata del Festival, e per questo ringrazio lo staff per l’ospitalità e la disponibilità. Il banchetto ha consentito non solo di mostrare un altro aspetto della produzione artistica degli artisti da me selezionati ma si è dimostrato un’ulteriore utile occasione per interagire tra di noi e con il pubblico, per incontrare persone, raccontarci, ricevere feedback.
Considero questa esperienza speciale e straordinaria, da ogni punto di vista: curatoriale, artistico e umano.
Il calore della gente e la grande partecipazione, nonché le tante foto scattate durante l’evento, sono stati una conferma e una grande soddisfazione, tanto per me quanto per lo staff di Fotoleggendo. Ringrazio tutti coloro che in qualunque modo hanno contributo all’evento, su tutti gli artisti, Laura per il supporto logistico, Annalisa per quello mediatico, Andrea per il reportage fotografico, il direttore di Officine Fotografiche Roma Emilio D’Itri per aver scommesso e creduto in me e in Urban Lives, ma anche i tanti amici, conoscenti, “fan“, fotografi passati per una foto o un saluto.
Non mi resta che invitarvi a visitare il Festival Fotoleggendo, ricco di eventi e di mostre di altissimo livello, e di andare ad ammirare i murales in via degli Argonauti: se pubblicate le foto sui social network non scordate di segnalarcele e di utilizzare il consueto hashtag #urbanlives, accompagnato da #fotoleggendo2016.
Foto credits: Ivana De Innocentis, Laura Lolli, Oscar Giampaoli, Rita Restifo, Valentina Venditti, Giuseppe Marsoner, Sandra Fratticci, Filippo Aquino